Roma Per adesso si gode la piccola Ginevra e non solo. La neomamma Meloni gongola anche per i risultati (definiti «buoni») dell'operazione «gazebo» lanciata ieri. Un modo per spostare l'orecchio dalla convention meneghina raccolta da Stefano Parisi a ciò che le consigliano militanti di Fratelli d'Italia e semplici cittadini chiamati a esprimersi col «referendum propositivo» organizzato ieri nelle piazze principali del Paese. Lei, la Meloni, evita affondi e steccate all'indirizzo dell'«uomo nuovo» scelto da Berlusconi per rivitalizzare il centrodestra.
A parlare ci pensa invece un altro dei fondatori di Fratelli d'Italia. A lasciare perplesso La Russa è soprattutto la composizione della platea che ieri e venerdì ha applaudito Parisi. «Mi ha ricordato - spiega - la platea che applaudiva Monti». Pur salvando la persona di Parisi («lo stimo e so che il suo personale apporto può essere non solo gradito ma aggiuntivo»), il rappresentante di Fratelli d'Italia proprio non manda giù l'aria da tecnocrazia senz'anima che aleggia nel capannone del Megawatt. «Pretendere di rappresentare il centrodestra senza chiarezza e con una atmosfera da governo tecnico alla Monti - aggiunge - non è il massimo». Insomma ci vuole chiarezza. E la cartina di tornasole per capire quanto sia il grado di chiarezza del nuovo «soggetto» politico è dato dalla posizione sul referendum costituzionale. In platea, infatti, si riconoscevano alcuni esponenti del centrodestra (Lupi e Formigoni, tra gli altri) che già si sono dichiarati per il Sì, mentre la gran parte del centrodestra è schierato sulla sponda opposta. Sulla composizione della platea ha avuto da ridire pure Matteo Salvini che su Twitter ieri liquidava la convention di Parisi in modo inequivocabile («In platea con Parisi ci sono Scajola, Miccichè e Formigoni... Lasciamo perdere»).
«Nel suo complesso - commenta poi Fabrizio Cicchitto di Area popolare - il discorso di Parisi è consistito in una diligente elencazione dei problemi esistenti e in un metodologico auspicio della modernizzazione ma senza contenuti». Insomma dal tema delle alleanze, alla posizione sul referendum, per non parlare della posizione circa un eventuale «governo di scopo» per il dopo Renzi, le posizioni sono ancora distanti. PFB- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.