Ha distrutto il corpo di Sabrina Beccalli, ma non l'ha uccisa. Alessandro Pasini è stato assolto dall'accusa di omicidio volontario e condannato a 6 anni per incendio e distruzione di cadavere, pena che sconterà quando diventerà definitiva. Nel frattempo è un uomo libero e ha già lasciato il carcere di Monza dove era detenuto.
Una sentenza, inaspettata, che fa discutere quella pronunciata ieri dal Tribunale di Cremona. Assolto perché il fatto non sussiste, non è stata raggiunta la prova dell'omicidio della donna. Furibondi i familiari della vittima, convinti invece che Pasini non si sia solo sbarazzato del cadavere di Sabrina la notte di Ferragosto del 2020, come ha ammesso, ma l'abbia anche ammazzata dopo una notte a base di alcol e droga in casa della sua ex fidanzata, in quel periodo in vacanza in Sicilia. In aula non riescono a nascondere la rabbia: «Maledetta legge italiana! L'ha uccisa e l'ha bruciata e prende solo 6 anni». Il fratello e la sorella della vittima sono furibondi: «È una vergogna, la vita di una donna, di una madre, non conta niente». Il loro avvocato, Antonio Ennio Andronico, si dice «attonito» per l'assoluzione. «È stato sconcertante. Evidentemente i giudici hanno ritenuto di credere alla ricostruzione dei fatti dell'imputato. In aula aveva detto che quella sera, dopo aver preso della cocaina, si era addormentato a casa dell'amica, che aveva consumato anche lei mezzo grammo di droga. Al suo risveglio l'aveva trovata morta nella vasca per overdose e in un lago di sangue». Preso dal panico, a quel punto, avrebbe avvolto il corpo in un copriletto e lo avrebbe caricato sulla Fiat Panda di Sabrina, poi guidata fino ad un luogo isolato nella campagna di Vergonzana. Lì, dove qualche ora più tardi, avrebbe dato fuoco a tutto. «Una versione inverosimile», secondo il legale, anche alla luce della relazione dei carabinieri del Ris «che aveva fornito una ricostruzione totalmente diversa». «Siamo allibiti - continua l'avvocato Andronico - anche perché è stato assolto con la formula il fatto non sussiste. Dovrebbero dirci allora di cosa è morta questa ragazza, visto che non c'è prova di altro. Droga? No perché lo stesso imputato ci ha detto che hanno consumato un grammo di cocaina e non si muore per mezzo grammo. E poi perché lui avrebbe incendiato l'auto? È una cosa che non sta né in cielo né in terra. Le motivazioni saranno tra 30 giorni, vedremo. Confidiamo in un appello della Procura».
Lo scorso ottobre il pm Lisa Saccaro aveva chiesto una condanna a 29 anni per l'imputato, sottolineando la sua assenza di scrupoli per garantirsi l'impunità. Il movente dell'omicidio sarebbe il rifiuto da parte della donna di una avance sessuale dopo aver consumato insieme cocaina. Quando in aula capisce che è stato assolto dall'accusa più grave, Pasini trattiene a stento l'emozione: «È emersa la verità», sussurra al suo avvocato, Paolo Sperolini. «Siamo soddisfatti della sentenza - commenta il legale - Pasini è stato condannato per i reati che aveva confessato, incendio e distruzione del cadavere, e assolto da quello di omicidio da cui si è sempre detto estraneo».
Anche la formula scelta dai giudici sembrerebbe alludere alla possibilità che la donna non sia stata ammazzata, ma sia morta per altra causa. «Forse per un malore o una caduta» ipotizza il penalista. Saranno le motivazioni a spiegare come, per i giudici, è morta Sabrina.
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