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Pd, il dolore di Veltroni: "La scissione è un incubo"

Renzi tira dritto: "Puntiamo al 40%". La scissione è alle porte. E Veltroni avverte: "È difficile allearsi dopo che ci si è scissi"

Pd, il dolore di Veltroni: "La scissione è un incubo"

"Quando leggo al fianco della parola Pd, la parola scissione mi sale una grande angoscia". Walter Veltroni confessa al Corriere della Sera di vivere la prospettiva di una possibile nuova divisione a sinistra, come un incubo. Un incubo che, alle prossime elezioni politiche, potrebbe costare molto caro a Matteo Renzi e al Partito democratico.

Il punto fermo di Renzi è che il congresso si debba tenere prima delle amministrative. Per ora l'ex premier ha sgombrato il campo dalle discussioni sulla data del voto ma non ritiene possibile posticipare l'assise a giugno, richiesta che arriva da Bersani e non solo. Una volta riaffermata la leadership sarà più facile confrontarsi con il premier Paolo Gentiloni e con il capo dello Stato Sergio Mattarella su quando sarà più giusto andare alle elezioni. L'obiettivo è ora "blindare" il partito. Far partire il percorso del congresso. Domenica l'assemblea, poi è probabile il giorno dopo una direzione per la composizione della commissione di garanzia. Ma il dado è tratto: indietro non si torna.

Renzi sta lavorando al manifesto da presentare al più presto e ha già dato ai suoi l'appuntamento al Lingotto, dove il Partito democratico nacque nel 2007 con Veltroni segretario. "Voglio cogliere l'occasione della posizione in cui mi trovo - dice il fondatore del Pd in un'intervista - di uno che guarda e vive le cose della politica con il cuore, senza parteciparvi e senza avere nulla da chiedere, per rivolgere a tutti i dirigenti del Pd una richiesta: fermatevi un minuto prima che questo avvenga. Nella storia della sinistra, quasi sempre nelle fasi di crisi si è pensato che la cosa migliore fosse separarsi; e queste separazioni sono sempre nel dichiarato nome dell'unità". Scissione, insiste Veltroni nell'intervista al Corriere della Sera, è "una parola da incubo".

"Il patto con Franceschini regge", dicono i renziani. Che prevedono, qualora si dovesse riuscire a modificare la legge elettorale, un percorso che porti all'accordo con il premio alla coalizione. Con l'obiettivo di arrivare, quando si andrà alle urne, a raggiungere il 40%. Contando sull'apporto di Giuliano Pisapia a sinistra e eventualmente di Alfano.

"È difficile allearsi dopo che ci si è scissi - avverte Veltroni - dopo la scissione sarebbero tutti più deboli: il Pd sarebbe risucchiato in un'identità più di centro, il che secondo me negherebbe l'idea stessa del Pd - conclude - e la sinistra sarebbe relegata in un ambito in cui la sinistra italiana non è mai stata, che oscilla tra il 5 e il 10%".

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