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Pd-M5S, il governo degli incoerenti

In questo agosto politicamente rovente è andata in onda la fiera delle ipocrisie sia da parte del Pd sia da parte del M5S. Basta fare un giro sul web per vedere cosa dicevano Matteo Renzi, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte appena qualche mese fa

Pd-M5S, il governo degli incoerenti

Ormai siamo ai dettagli. Il Conte-bis, pur tra mille ambiguità e contraddizioni, sta per nascere. Il M5S, che doveva aprire il Parlamento "come una scatoletta di tonno", con una dose abnorme di ipocrisia, nel giro di un mese cambia completamente alleato.

L'ipocrisia di Matteo Renzi

Quel Pd, che per volontà di Matteo Renzi, un anno fa non si sedette neppure al tavolo delle trattative, ora passa dall'opposizione alla maggioranza come se nulla fosse. E, proprio per via di un ribaltamento completo della posizione dell'ex premier, compiuto con l'obiettivo di salvare la sua poltrona e quella dei suoi fedelissimi e di avere più tempo per fondare il suo partito. Se questo governo nasce, è merito di Renzi, lo stesso politico che per un anno intero ha attaccato tutti i compagni di partito che, invece, avrebbero voluto dar vita fin da subito a un governo 'giallorosso'. Tra questi il più attivo è sempre Dario Franceschini, il quale aveva ribadito la sua posizione anche lo scorso 22 luglio con un'intervista al Corriere della Sera.

Renzi, il giorno seguente, ospite di Omnibus su La7, lo aveva attaccato duramente: “Ieri l’ex ministro Franceschini ha detto: ‘Dobbiamo difendere i valori che abbiamo in comune con i Cinque Stelle’. Quali sono questi valori? Io non li vedo”, disse elencando tutti i temi divisivi come i vaccini e gli insulti che i grillini avevano rivolto ai dem ("Pd partito di Bibbiano"). E, poi, aveva aggiunto:"I Cinquestelle sono una massa di persone che cambia posizione sulla base dell’istante". Un'accusa che, secondo noi, l'ex premier dovrebbe rivolgere in primo luogo a sé stesso, dal momento che aveva giurato che avrebbe lasciato la politica se avesse perso il referendum costituzionale. Ma non solo. In quell'occasione Renzi aggiunse: "Ora, il Pd quali valori deve difendere con i Cinquestelle? Io non li vedo. Dopo di che se qualcuno vuole fare l’accordo con i Cinquestelle, lo faccia. Io sono stato eletto nel mio collegio dicendo che non avrei fatto accordi né con Salvini né con Di Maio". E, poi, il gran finale che sarebbe da incorniciare: "Siccome ho vinto nel mio governo, oggi dico: se ci fosse da votare un governo con la Lega o con i Cinquestelle, io voterei contro. Punto. No polemix". Per fortuna c'è il web che consente di ritrovare queste 'perle'. Renzi, infatti, osò chiosare: "Oggi siamo all’opposizione e vorrei che il Pd faccia opposizione. Mi pagano per fare opposizione". Ora che "quell'oggi" è diventato "ieri", certe affermazioni sarebbero quantomeno da rivedere, anche perché Renzi ha più volte accusato Nicola Zingaretti di voler stringere un'alleanza con i Cinquestelle.

'L'umiliato' Nicola Zingaretti

Il 'povero' governatore del Lazio prima, durante e dopo tutta la campagna elettorale per le primarie, non ha fatto altro che respingere tale accusa. Lo scorso 3 febbraio, Zingaretti, nel corso della Convenzione nazionale del Pd, fu costretto a dichiarare: "Io lo dico davanti a tutti e lo dirò per sempre. Mi sono persino stancato e lo trovo umiliante. Mi sono persino stancato di dire che non intendo favorire nessuna alleanza o accordo con i Cinquestelle". E, con tono imperioso, ha ribadito immediata il concetto: "Li ho sconfitti due volte e non governo con loro. Imparassero a sconfiggerli chi mi accusa di questo, non il contrario". Il video è facilmente reperibile sul web e sta diventando virale grazie alla diffusione che molti esponenti romani (e non) di Fratelli d'Italia e della Lega stanno portando avanti da giorni.

Luigi Di Maio: "Mai col partito di Bibbiano"

Ma, a proposito di video virali, sui social impazza quello di Luigi Di Maio, pubblicato il 18 luglio scorso (poco più di un mese fa), in cui smentiva categoricamente ogni tipo di alleanza col Pd."Io col partito di Bibbiano non voglio avere nulla a che fare", diceva il vicepremier dell'allora governo gialloverde. E ancora:"Col partito che in Emilia Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l’elettroshock per venderseli, io non voglio avere nulla a che fare e sono stato quello che in questo anno ha attaccato di più il Pd di quanto lo abbiano fatto tutti gli altri partiti".

Il 19 maggio scorso, invece, il capo politico del M5S respingeva l'accusa di volersi alleare con i dem e attaccava: "Il Pd è cambiato ma è un partito subdolo".

La mancata promessa di Giuseppe Conte

Nella grande fiera dell'ipocrisia non poteva mancare il premier Giuseppe Conte che, lo scorso 25 luglio, fermato dai cronisti che lo incalzavano, assicurava: "Che io possa andare in Parlamento a cercare una maggioranza alternativa è una cosa assolutamente fantasiosa. Come pure è assolutamente fantasiosa l’ipotesi ventilata che io voglia formare un partito". E, come un poeta d'altri tempi, concludeva: "Non facciamo i peggiori ragionamenti da Prima Repubblica. Restituiamo alla politica la sua nobiltà, la sua nobile vocazione.

Voliamo alto".

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