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Il Pd non crede alla pax renziana: "Tornerà presto a bombardare Ci sono i numeri anche senza Iv"

L'avvertimento dal Nazareno al premier: dopo plastic tax e prescrizione, presto farà la guerra sul reddito

Il Pd non crede alla pax renziana: "Tornerà presto a bombardare Ci sono i numeri anche senza Iv"

«Renzi ha fatto marcia indietro. Ma tra una settimana ricomincerà a bombardare: si può governare così? Conte deve decidersi». Dal Nazareno, dove evidentemente non si crede molto alla tregua renziana, arriva un avvertimento chiaro al premier.

Basta tentennare, usando come spauracchio i voti dei «responsabili» da arruolare al Senato per spaventare Italia viva, per poi rinfoderarli e tener buono l'ex premier: «Quello alla prima occasione ti rifà lo sgambetto», gli mandano a dire. Le occasioni non mancano: la partita prescrizione è tutt'altro che chiusa; quella sulle concessioni autostradali men che meno; e Renzi stesso fa sapere di aver già scelto il prossimo argomento su cui dare una scrollata al Conte bis «inerte mentre l'economia va a rotoli»: il reddito di cittadinanza. Misura costosissima e sempre più impopolare varata dal precedente governo Conte, ma bandierina intangibile per i Cinque Stelle. Un'altra incursione che metterebbe in difficoltà il Pd. Si capisce, insomma, perché il segretario Nicola Zingaretti si sia stufato di subire la fronda renziana e le continue «provocazioni» del leader di Italia viva. Il quale, dicono in casa dem, «con le sue mosse oscura ogni volta tutto quel che di buono sta facendo il governo». Non che la cosa richieda un grande impegno, in verità. Ma i dem snocciolano la lista: «Siamo riusciti a fare una manovra pazzesca, evitando la tassa Salvini dell'aumento dell'Iva e lui che fa? Scatena la guerriglia contro sugar e plastic tax. Dopo la vittoria in Emilia, ha aperto il fuoco sulla prescrizione. E giovedì ha aperto la finta crisi proprio mentre erano in corso la conferenza stampa di Zingaretti e il tavolo di Palazzo Chigi sull'Agenda 2023», roba assai forte in effetti. Senza contare lo scontro nelle regioni: Renzi farà scendere in campo la Bellanova per impallinare Emiliano in Puglia, ma al Nazareno sono certi che «cercherà di farci perdere anche altrove».

Basta Renzi, con lui non si può governare: il messaggio che arriva dal Nazareno è questo. E «i numeri per farlo fuori dalla maggioranza ci sono, e ci sono da mesi: da quando Renzi fece la scissione», si spiega. Basta che Conte si decida ad usarli, presentandosi magari in Senato alla fine dei famosi «tavoli» di Palazzo Chigi, per chiedere la fiducia su una mirabolante «agenda di legislatura» e facendo un appello ad allargare la maggioranza: i voti arriverebbero, e renderebbero del tutto inoffensiva Italia viva. «Renzi vuole restare nel governo, ma far fuori Conte», dice una esponente di governo del Pd. «Non lo otterrà: noi faremo muro». Conferma un altro membro dell'esecutivo, un tempo vicino a Renzi: «L'obiettivo di Italia viva è far saltare Conte, per ragioni chiare: se il premier riesce ad arrivare alle prossime elezioni in sella, ci sarà una coalizione con il Pd alleato della Lista Conte, che è destinata a togliere lo spazio elettorale centrista a Italia viva.

Non è un caso che Renzi lanci il nome di Gualtieri per sostituire Conte: un governo e un Pd con un'identità sposata a sinistra sarebbero per lui manna dal cielo».

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