Nicola Biasi in Mosella: il Riesling innovativo

Il giovane enologo che ha portato avanti il progetto “Resistenti” che porta il suo nome varca la frontiera e si dedica a Briedel a una nuova missione. Dare una nuova anima al vitigno bianco emblema della tradizione tedesca, che lui interpreta in una versione secca, senza residuo zuccherino, di grande equilibrio e profondità

Nicola Biasi in Mosella: il Riesling innovativo
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Da una valle all’altra, con la stessa ossessione: fare vino sostenibile, buono, e fuori dal coro. Dopo aver portato avanti in Italia il progetto “Resistenti Nicola Biasi”, il giovane enologo friulano apre una nuova frontiera in Germania, nella Mosella, con un’idea che ha il sapore del manifesto: ripensare il Riesling – vitigno emblema della tradizione tedesca – alla luce del cambiamento climatico. Senza zucchero, ma con profondità. Senza retorica, ma con metodo.

Il nuovo Progetto Mosella prende forma a Briedel, poco lontano dal confine belga. Qui, nel 2023, Biasi e la biologa Martina Casagrande, compagna d’avventure nella sua Nicola Biasi Consulting, hanno acquisito 3mila metri quadrati di vigneto, piantati a Riesling e Kerner. Le due varietà sono state vinificate separatamente, ma la direzione si è imposta da sola: sarà il Riesling il centro di questa nuova storia.

“Innovare rispettando la tradizione: è questo il principio che guida ogni nostra scelta – spiega Biasi –. Oggi anche in Mosella, grazie a rese basse e a una gestione agronomica di precisione, è possibile produrre Riesling secchi di grande equilibrio e profondità, senza ricorrere al residuo zuccherino. È la risposta concreta a una viticoltura che cambia, in un clima che cambia”.

Il debutto ha preso la forma di una singola vendemmia, irripetibile. Il vigneto, infatti, è stato espiantato subito dopo la raccolta. Il vino che ne è nato è dunque un unicum: un Riesling secco, netto, salino e verticale. Più vicino allo stile del Rheingau che alla dolcezza classica della Mosella, e perfettamente in linea con l’idea di Biasi di “un vino che racconti un momento, non solo un luogo”.

Il nuovo impianto, che entrerà in produzione nei prossimi anni, è diviso equamente tra Riesling e Johanniter – il vitigno resistente che ha già dato vita al Vin de la Neu, etichetta-simbolo dell’enologo. L’obiettivo è chiaro: costruire un blend sostenibile, dove la longevità del Riesling incontri la resistenza e la sobrietà agronomica del Johanniter. Due varietà per un modello: meno trattamenti, più precisione, più coerenza climatica. E un pensiero che non si ferma al bicchiere.

Progetto Mosella si inserisce nella costellazione di iniziative che portano la firma di Biasi: la sua rete Resistenti Nicola Biasi, nata nel 2021, unisce dieci aziende in Italia e Germania che lavorano esclusivamente con vitigni PIWI – resistenti alle malattie fungine – praticando un’enologia di precisione e a basso impatto. Un approccio premiato nel 2025 con due riconoscimenti di peso: il Premio Speciale per la Vitivinicoltura Sostenibile dell’Anno da Gambero Rosso e il Premio Vitienologia Sostenibile da DoctorWine.

Classe 1985, Biasi ha fatto esperienza in Friuli, Toscana, Australia e Sudafrica prima di avviare nel 2020 la propria attività di consulente.

Nello stesso anno fonda la rete Resistenti, ricevendo negli anni premi e attenzioni – da Vinoway al Merano Wine Festival – per un percorso che punta a coniugare sostenibilità concreta e qualità senza compromessi.

Dalla Val di Non alla Mosella, il messaggio resta lo stesso: il vino è un mezzo. Per sperimentare, per salvaguardare il territorio, per fare cultura. Anche in una delle zone più classiche del vino europeo.

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