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Pd, ecco tutte le correnti del partito

Questo pomeriggio la direzione nazionale del Pd sancirà l'uscita di scena di Matteo Renzi e deciderà il percorso da intraprendere per l'elezione del nuovo segretario

Pd, ecco tutte le correnti del partito

C'è grande attesa per la direzione nazionale del Pd che, oggi pomeriggio, segnerà la definitiva uscita di scena del segretario Matteo Renzi. Dopo il discorso introduttivo del vice segretario Maurizio Martina il "parlamentino del partito" deciderà quale percorso intraprendere.

La maggior parte dei dirigenti vorrebbe scegliere, con l'Assemblea nazionale di aprile, un segretario 'a tempo' che duri non più di un anno e poi se ne elegga un altro passando per le primarie, come avvenuto nel 2009 con Dario Franceschini e nel 2013 con Guglielmo Epifani. La seconda opzione prevede che il vice segretario Martina prenda il posto di Renzi fino al congresso del 2019. Al momento, spiega Repubblica, l'esito è incerto perché le correnti si stanno riposizionando. La situazione di partenza vede i renziani come il gruppo maggioritario, con il 60% (120 membri) così suddiviso: 20% fanno capo a Luca Lotti, un altro 20% all'area Guerini-Delrio, un 10% dei Millennials, i 20 giovani dai 18 ai 32 anni cooptati da Renzi, poi vi è un 5% di boschiani e un 5% che si riconoscono in Ettore Rosato. Il restante 40% appartiene alla minoranza: 16% Orlando, 7% Emiliano, 7% Martina, 5% Franceschini, 5% Orfini.

Subito dopo il congresso del 2017 la direzione contava 162 membri della maggioranza renziana (120 'ortodossi', più i gli uomini vicini a Franceschini, a Orfini e a Martina), 28 della sinistra dem (di cui 23 "orlandiani" doc e e 5 vicini a Cuperlo), 16 dell'area Emiliano. Oggi, secondo i renziani, il segretario dimissionario avrebbe da solo ancora la maggioranza della direzione. Ma, in caso di una "reggenza" di Maurizio Martina, i numeri potrebbe variare (e non poco) a favore del nuovo segretario. Renzi diserterà la direzione e sarà Matteo Orfini a leggere la sua lettera di dimissioni. La linea del partito, però, non dovrebbe cambiare e, quindi, non vi saranno spiragli per accordi con il M5s o con il centrodestra salviniano.

I big delle minoranze Orlando ed Emiliano chiedono, però, un referendum tra gli iscritti per decidere il da farsi, mentre il neo rieletto governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che ha dato la sua disponibilità a candidarsi per la segreteria del partito, dovrebbe partecipare alla direzione.

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