Da paladine del renzismo a sostenitrici di Nicola Zingaretti. Dall'ex ministro Marianna Madia all'ex vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi sono tante le fedelissime di Matteo Renzi che ora hanno puntato sullo che sembra il "cavalle vincente" del prossimo congresso del Pd.
"Beh, dare della comunista a me, fa un po' ridere", dice a Repubblica la Di Giorgi che è stata una renziana di ferro, non solo a Roma soprattutto a Firenze dove era capogruppo della Margherita in Comune e, poi, ha fatto parte della giunta dell'allora sindaco Renzi. Lei è solo una delle firmatarie di un appello di sole donne che voteranno Nicola Zingaretti segretario del Pd. Tra queste spiccano i nomi di Lia Quartapelle, Elisabetta Gualmini, Lorenza Bonaccorsi ed Enza Bruno Bossio. "Abbiamo sostenuto Matteo Renzi e creduto nel suo sforzo d'innovazione politica. Abbiamo creduto che - dicono - le vecchie culture di riferimento della sinistra italiana dovessero reinventarsi attraverso il liberalismo, per poter perseguire i propri storici ideali di libertà, solidarietà e giustizia. E non c'è dubbio che, soprattutto nella prima fase della sua leadership, Renzi abbia portato la sinistra italiana in una straordinaria sintonia con gli umori, i bisogni e le aspirazioni degli italiani. Oggi quella sintonia è in gran parte perduta". Nessuna abiura del recente passato ma occorre intercettare "le energie vive della società, in particolare quelle di tante donne che oggi con intelligenza e audacia sfidano un ordine maschile in Italia più arcigno che altrove".
La Gualmini, politologa e vice presidente dell'Emilia Romagna, spiega che, in assenza di candidature femminili, lei stava per scendere in campo ma, in seguito, ha cambiato idea perché "non avevo nessuna intenzione di creare l'ennesima micro corrente", dice. E aggiunge: "Questa idea che Nicola, che ha presentato un progetto inclusivo, sia un nostalgico è fatto per denigrarlo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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