Quella società bancomat usata anche da Guerini

I sospetti si spostano sulla municipalizzata rifiuti che ha il 45% della Sporting, il team sportivo favorito dal bando piscine. Uggetti risponde ai pm per due ore

Quella società bancomat usata anche da Guerini

Milano - Chissà cosa ne pensano a Maleo e a Fombio, a Marudo e a Moccastorna, nei tanti paesini della «Bassa» che si stende tra Lodi e Milano, e che hanno ciascuno lo 0,01 per cento della Astem: e che, con le loro percentuali infinitesimali si sono trovati a finanziare le operazioni volute prima da Lorenzo Guerini e poi da Simone Uggetti, sindaci piddini di Lodi. La Astem doveva essere un consorzio tra Comuni per gestire le esigenze quotidiane della gente della Bassa, dai rifiuti all'energia. Invece nelle mani dei due sindaci e del loro entourage, è diventata una specie di bancomat da cui pescare quattrini per ogni tipo di bisogno.

Ieri, nel carcere di San Vittore, il sindaco Uggetti risponde alle domande del pm Laura Siano. Due ore di ammissioni, sulla storia - ormai fin troppo chiara - dell'appalto per le due piscine scoperte di Lodi, consegnato da Uggetti in regalo agli amici della Sporting Lodi. Uggetti su questo punto è sostanzialmente reo confesso, e solo l'ostinazione nel non dimettersi dalla carica di sindaco ostacola la sua scarcerazione. Ma ormai è chiaro che l'appalto per le due piscine è solo la punta dell'iceberg. Se si vuole capire appieno il movente di Uggetti, la molla che lo porta alla inverosimile gestione dell'appalto, bisogna ricostruire per filo e per segno i rapporti di affari, di amicizia e di appartenenza politica che ruotano intorno alla Astem. E che risalgono a ben prima dell'elezione a sindaco di Uggetti.

È Guerini, oggi braccio destro di Matteo Renzi, il primo a utilizzare Astem come bancomat. Già a partire dal 2008 e dal 2009, quando il sindaco si trova a fare i conti con un bilancio comunale sull'orlo del dissesto: e per ripianare i conti convince Astem a comprare una sfilza di terreni e di immobili di proprietà del Comune, nelle zone dell'Albarola, di San Grato, di San Fereolo, tutti beni di cui Astem non sa che farsi e che non hanno nulla a che fare con il suo oggetto sociale. Le opposizioni insorgono, annunciano esposti alla Procura e alla Corte dei conti, ma Guerini va avanti per la sua strada. E amen se a risentirne sono inevitabilmente i conti di Astem. Alla fine, il «rosso» raggiunge quota 22 milioni.

Nel 2012 Guerini fa il grande salto, diventa deputato, ma la musica non cambia. È al bancomat di Astem che il suo successore, Uggetti, ricorre quando c'è da tenere a galla la Sporting Lodi, la società che gestisce le piscine comunali, sull'orlo del fallimento. La Astem, che nel suo oggetto sociale di sport non ha traccia, rileva il 45 per cento della società. L'altro 45 finisce alla Sport 64, società dilettantistica a responsabilità limitata, che a sua volta è controllata fifty-fifty da due amici di Uggetti, Igor Piovesan e Daniele Pasquini, i cui nomi ora compaiono nell'ordine di cattura contro il sindaco. Pasquini finisce anche lui sotto inchiesta per turbativa d'asta, anche perché oltre ad avere una quota della Sporting è anche presidente della Wasken Boys, la squadra di pallanuoto che nei piani doveva poi gestire gli impianti. Il presidente di Astem, Cristiano Galletti, diventa presidente anche di Sporting. Il Pd locale adesso sembra cadere dalle nuvole. Ma le avvisaglie si erano avute già un anno fa, quando i soci di minoranza di Sporting avevano denunciato: «Siamo stati mandati via, a fine luglio 2014, perché non abbiamo mai voluto compiere delle irregolarità fiscali».

Poco dopo l'assessore allo Sport, Tommaso Premoli di Sel, si dimise dall'incarico «per ragioni personali». Il sindaco Uggetti invece di nominare un altro assessore si tenne la delega, garantendosi così mano libera nella gestione degli appalti.

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