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Perché questo ius soli può essere pericoloso per il nostro Paese

La Russa elenca i danni della legge, dal rischio abusi alle frodi. "I valori di questo Paese non possono essere svenduti così"

Perché questo ius soli può essere pericoloso per il nostro Paese

Roma - Troppe falle nella riforma della cittadinanza appena approvata alla Camera. Altissimo il rischio di abusi e frodi ma soprattutto quello di elargire la cittadinanza in modo fortuito a chi magari non la desidera mentre dovrebbe essere una scelta consapevole. Di fronte al muro innalzato dal Pd di fronte a qualsiasi tentativo di dialogo sulla definizione di una norma tanto importante Ignazio La Russa, Fratelli d'Italia, non si arrende e spera che in Senato si possa ragionare ancora su una legge definita «ideologica e furbastra». Se invece dovesse essere approvata così com'è, FdI si impegnerà per promuovere un referendum abrogativo.

Il cahiers de doléances stilato da La Russa parte dalla scelta tempistica tutta sbagliata. «L'Italia è nel pieno di un'emergenza immigrazione straordinaria ed il governo avrebbe dovuto preoccuparsi prima di tutto di gestire questa emergenza - osserva - Organizzare gli aiuti, l'accoglienza e i possibili percorsi di integrazione. La riforma della cittadinanza avrebbe dovuto arrivare dopo, alla fine. Invece qui per costruire una casa si parte dal tetto senza preparare prima le fondamenta».

Momento sbagliato, dunque, al quale si aggiunge un principio ingiusto. «In sostanza la cittadinanza viene regalata in modo indiscriminato a chiunque nasca sul nostro territorio - prosegue - Ma la cittadinanza non può essere un regalo. Noi avevamo proposto una modifica che non è stata neppure discussa». La Russa tiene a sottolineare che FdI non ha fatto ostruzionismo ma ha cercato di migliorare il testo. L'emendamento proponeva di unire lo Ius soli allo Ius culturae . Non sarebbe bastato soltanto nascere nel nostro Paese. Il bimbo nato da genitori stranieri avrebbe dovuto frequentare il ciclo dell'obbligo e quindi arrivare a 15/16 anni. «A quel punto automaticamente si poteva diventare cittadini italiani con un percorso alle spalle che avrebbe dato la possibilità al ragazzo straniero di sentirsi davvero italiano - insiste La Russa - Ma così noi avremo un bimbo italiano che forse dopo un paio d'anni tornerà nel suo Paese ma a quel punto la cittadinanza resta senza che l'abbia voluta veramente».

Il quadro si aggrava con la norma che prevede che lo straniero arrivato entro i 12 anni e che ha frequentato un corso di studio possa chiedere ed ottenere la cittadinanza. «Una decisione grave perché si presta ad abusi: come si dimostrerà di essere entrati prima dei 12 anni? Chiunque sarà in grado di trovare una pezza d'appoggio anche se non è vero - spiega La Russa - Non solo. Basterà la frequenza di un qualsiasi corso professionale per 5 anni senza neppure la necessità di concluderlo per avere diritto alla cittadinanza. Immaginate gli abusi». Il punto più grave però per La Russa riguarda la norma transitoria che apre anche agli adulti la possibilità di richiedere la cittadinanza se possiedono gli stessi requisiti richiesti ai minori ai quali si deve aggiungere una residenza legale ed ininterrotta in Italia di cinque anni. «Così si apre a tutti gli adulti - commenta La Russa - Chiunque cercherà di dimostrare di avere quei requisiti. Ed è anche un'ingiustizia paragonata per tutti quelli che hanno invece scelto la via maestra già offerta dalle norme attuali per diventare cittadini italiani». La disciplina sulla cittadinanza del Pd si basa su un enorme equivoco giocato sulla pelle degli italiani.

«Confondono l'accoglienza con la cittadinanza - conclude La Russa - Si aiuti chi ha bisogno ma l'appartenenza ad un popolo, la conoscenza dei suoi valori e della sua cultura non possono essere svenduti così».

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