Politica

Il personal trainer che amava i valori e detestava l'arroganza dei violenti

La fidanzata, la famiglia e le arti marziali nel cuore di Luca

Tiziana Paolocci

Luca Sacchi odiava l'ingiustizia almeno quanto amava la sua Anastasia. A soli 24 anni aveva ben chiara la differenza tra chi sbaglia, commette reati, ma riesce a farla franca e chi invece vive di valori. Ce l'aveva con i balordi e la sua pagina Facebook era un manifesto di difesa per le vittime delle aggressioni, gli anziani, i conducenti dei bus presi di mira dai banditi. E il destino ha voluto che venisse ucciso proprio per difendere la sua ragazza, colpita con una mazza dalla belva che voleva sottrarle uno zainetto.

Quel proiettile alla testa non è solo un'esecuzione, ma la fine di un sogno. Quello che il personal trainer viveva da tre anni con Anastasia Kylemnyk, che a Roma faceva la baby sitter. Lei ha 25 anni, lui li avrebbe compiuti a febbraio, ma erano inseparabili, come raccontano gli amici. Pensavano già al futuro, mentre Luca, quel gigante buono, metteva da parte i soldi lavorando in una palestra di jujitsu vicino casa. E aveva la passione per le arti marziali e la MotoGp.

«Luca e Anastasia stavano insieme da tre anni - racconta un amico piangendo davanti all'ospedale San Giovanni - Ci conosciamo fin da piccoli, è terribile. Uccidere un ragazzo per uno zainetto. Lei è sconvolta». Quella lei, Anastasia, se l'è visto uccidere davanti agli occhi «Eravamo appena usciti dal pub - ha detto ai carabinieri - Mi sono sentita strattonare da dietro, mi hanno detto: Dacci la borsa. Gliela stavo consegnando quando mi hanno colpito con una mazza. A questo punto è intervenuto Luca, che ha reagito bloccando il ragazzo che mi aveva aggredito, ma l'altro aggressore gli ha sparato alla testa». Erano andati al John Cabot dopo una giornata di lavoro per bere una birra. Luca si era diplomato allo scientifico Kennedy nel 2016. «Era un ragazzo buono e tranquillo», raccontano i vicini di casa di via Vittorio Fiorini, dove abitava con i genitori. Sperava in un'Italia migliore e non era un segreto. Su Fb condivideva spesso video, come quello di un anziano ferito dagli aggressori durante una rapina in tabaccheria. «A voi buonisti, pensate se questo fosse stato vostro nonno», scriveva. Si era anche fatto paladino di un giornalista aggredito dai rom a Roma: «C'è gente che dice che se vai da loro con brutte intenzioni o se tocchi cose che non sono tue è normale che reagiscono così, beati loro che possono toccare le Audi degli altri». Ieri è morto perché non ha accettato che facessero del male ad Anastasia, la sua stella, che abbracciava sorridendo ogni foto.

«L'ho incontrata un attimo, ha detto che lei era a terra e hanno sparato a Luca davanti ai suoi occhi», dice un amico. «È stata peggio di un'esecuzione» fa eco un altro. Sono tutti davanti a San Giovanni, dove ieri pomeriggio i genitori della vittima hanno dato il consenso per donare degli organi. «Conoscevo Luca da quando era piccolo - racconta un uomo - è cresciuto con mio figlio. Ora non ho avuto il coraggio di guardare negli occhi la madre». «Amava la vita e amava viverla con più leggerezza possibile - scrive su Fb Chiara, la cugina - Ogni cosa era uno scherzo, ogni cosa era un Me devi fà la torta di compleanno per la mia ragazza, però deve esse bella bella. E io bella bella te la facevo, per quella ragazza che hai difeso a costo della tua stessa vita». «Addio Luchè - posta un amico - È stato un piacere e un onore conoscerti. E come ci si poteva aspettare da te hai lottato fino alla fine.

Sei un eroe».

Commenti