Politica

Petrini sconfessa l'Expo e fa infuriare McDonald's

Il fondatore di Slow Food: «C'è la qualità e la quantità» La multinazionale: «La solita retorica terzomondista»

MilanoPura «retorica terzomondista». Botta e risposta al peperoncino tra il guru della filosofia slow food Carlin Petrini e la corazzata McDonald's sbarcata in forze all'Expo. Una resa dei conti dopo l'arrivo per inaugurare il suo spazio del gastronomo che di sé ama raccontare di essere «figlio di un'ortolana cattolica e di un ferroviere comunista, la terra e il viaggio evidentemente li ho nel sangue». Di certo Petrini non ha nel sangue l'Expo, o almeno questa Expo che ad appena venti giorni dall'inaugurazione ha liquidato semplicemente come «un'occasione persa» perché si è dimenticata dei contenuti e ha privilegiato chi è presente essenzialmente per vendere. Aggiungendo che «i Paesi hanno investito grandi somme sull'architettura dei padiglioni, ma hanno dimenticato i contenuti. E soprattutto i contadini che con il loro lavoro sfamano il mondo». Non solo. «In tutte le città - ha aggiunto - esiste Slow food ed esiste McDonald's». Ma il problema è che «dovendo parlare di cibo, è importante capire la differenza che c'è tra il prezzo e la qualità».

Parole che non sono proprio piaciute al ministro Maurizio Martina e sufficienti per provocare la scontata replica della multinazionale che dell'Expo è pure sponsor e nel suo spazio serve anche «menù innovativi» come il panino vegetariano McVeggie Expo Limited Edition. «Offriamo una reale opportunità di lavoro e non della filosofia approssimativa condita di retorica terzomondista», si legge nel comunicato McDonald's per rispondere all'attacco di Petrini. «Ci domandiamo perché chi proclama l'importanza della biodiversità non accetti poi l'idea della diversità dell'offerta e soprattutto non dimostri rispetto per la libertà e la capacità di scelta delle persone». Poi la stoccata: «Migliaia di persone ci scelgono liberamente, magari dopo essere passate a visitare l'immenso, triste e poco frequentato padiglione di Slow food. E siamo orgogliosi che per il nostro progetto Fattore futuro che ha ottenuto il patrocinio del ministero dell'Agricoltura, si siano candidati oltre cento giovani agricoltori da tutta Italia». Noi, aggiunge McDonald's, «siamo soddisfatti e orgogliosi di servire in Expo 6mila pasti giornalieri di qualità e a un prezzo accessibile, con ingredienti che provengono dagli agricoltori italiani. Migliaia di persone ci scelgono liberamente, magari dopo essere passate a visitare l'immenso, triste e poco frequentato padiglione di Slow Food». L'ideologia, conclude la nota, «non sfamerà il pianeta. Crediamo che chi è in Expo debba accettare l'idea di non essere l'unico detentore della verità, superando contrapposizioni che erano già vecchie trent'anni fa». Sottolineando poi che «McDonald's è presente in Expo dopo aver partecipato a un regolare bando pubblico, mentre - a quanto si legge sui giornali - per altri filosofi del cibo che dispensano giudizi non è stato necessario partecipare a nessuna gara».

Velenoso riferimento al transatlantico Eataly di Oscar Farinetti che s'affaccia sul decumano.

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