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Più facile espellere i richiedenti asilo in Germania

A casa i condannati a più di un anno, e quelli per violenze sulla persona

Più facile espellere i richiedenti asilo in Germania

Berlino - I fatti di Colonia restano al centro della politica in Germania. Appurato dagli investigatori che le violenze fisiche e morali contro le donne la notte di Capodanno sono da attribuirsi in larga parte a giovani nordafricani, fra i quali molti richiedenti-asilo, il governo di grande coalizione corre ai ripari. Al centro dell'intesa fra cristiano-democratici (Cdu) e socialdemocratici (Spd) un piano che prevede espulsioni più facili per gli asilanti che infrangano la legge. Un'operazione delicata che deve contemperare il bisogno di garantire ordine pubblico e sicurezza dei cittadini con l'esigenza di rispettare il diritto all'asilo, evitando cioè, come oggi spesso accade, di rinviare uno straniero in patria quando ciò risulti rischioso per lo stesso espulso. Il ministro degli Interni, Thomas de Maiziere (Cdu), e quello della Giustizia, Heiko Maas (Spd), hanno convenuto che i richiedenti asilo condannati ad almeno un anno di detenzione potranno essere espulsi; lo stesso varrà per le condanne per reati violenti (fisici o sessuali) contro la persona, a prescindere dalla durata della pena inflitta. «Si tratta di una risposta dura e corretta a coloro che credono di poter venir qua a commettere reati senza subirne le conseguenze in virtù del diritto all'asilo», ha spiegato de Maiziere in conferenza stampa con Maas. Stiamo solo difendendo le vittime - gli ha fatto eco il Guardasigilli -, con misure non solo opportune ma necessarie per proteggere la grande maggioranza dei rifugiati in Germania, che non meritano di essere confusi con un manipolo di criminali». Fra il plauso delle organizzazioni femminili, Maas ha anche annunciato ritocchi alla legge sulla violenza sessuale: palpeggiamenti e attacchi a sorpresa contro le donne diventeranno perseguibili anche in mancanza di un comprovato tentativo di difesa da parte della vittima di turno.Il piano per le espulsioni dovrà essere tradotto in legge dal Bundestag ma già raccoglie le critiche anche di esponenti della maggioranza. Il ministro degli Interni della Bassa Sassonia, Boris Pistorius (Spd), ha messo in dubbio l'efficacia di tali provvedimenti: «Nessuno può essere espulso verso un Paese in cui si pratichi la tortura o la pena di morte». Pistorius ha ricordato una serie di problemi pratici che possono rendere impossibile l'espulsione, fra i quali «la mancanza di documenti validi o di un passaporto, il rifiuto del Paese terzo a concederlo o la mancanza di un accordo bilaterale per i rimpatri». Allo stato, «l'espulsione verso Marocco e Algeria non va mai a buon fine», ha aggiunto.

Del Marocco scrive anche la Süddeutsche Zeitung, segnalando una forte crescita dell'immigrazione da quel Paese: a differenza dei siriani in fuga dalla guerra civile, i giovani marocchini che richiedono l'asilo non hanno quasi alcuna speranza di ottenerlo e «molti finiscono per riciclarsi come manodopera della criminalità nel Nord Reno-Westfalia». Oggi all'interno della comunità marocchina di Colonia, conclude la «SZ», c'è il più alto numero di sospettati per le molestie alle donne della notte di San Silvestro.

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