Sarà al centro del confronto di questo pomeriggio a Palazzo Chigi. La nota di aggiornamento al Def (documento di economia e finanza), che il titolare dell'Economia Roberto Gualtieri presenterà ai colleghi nel corso del Consiglio dei ministri, indica in 30 miliardi circa la manovra che caratterizzerà la prossima Legge di bilancio. Lo stesso Gualtieri ne ha anticipato cifre e modalità nel corso dell'intervista televisiva con Lucia Annunziata per Mezz'Ora (Rai Tre). L'obiettivo è trovare 30 miliardi, di cui 23 per sterilizzare l'aumento dell'Iva, due per le spese indifferibili, e circa cinque per ridurre, come auspica il ministro, il cuneo fiscale.
Quel che rimane invece da definire è la strategia per recuperare le risorse necessarie. O meglio: il governo, dice il ministro, ha indicato i punti su cui fare leva, come il piano fiscale per recuperare almeno parte dell'evasione e l'auspicata flessibilità che la Commissione europea potrebbe accordare per liberare circa 10-12 miliardi. Ma restano ancora alcune variabili da calcolare per far quadrare i conti, tra le quali potrebbero comparire le ultime novità «green», come l'ipotesi di tassare la plastica commerciale. E anche una serie di investimenti (verdi anch'essi) da scorporare, se la Ue lo concederà, dal deficit. «Dovremmo evitare di avere intoppi - conferma - più che confidare nella benevolenza dell'Europa. Comunque un Paese protagonista in Ue ha anche un peso maggiore, un peso che noi vogliamo esercitare».
Qualche altro elemento per definire meglio la manovra arriva con le rassicurazioni sui tagli scongiurati. Niente scure, a esempio, su scuola, università e sanità. «Non ce lo possiamo permettere - confessa Gualtieri -, sarebbe controproducente. Realizzeremo una piccola espansione necessaria a conciliare l'equilibrio dei conti pubblici. Per trovare la quadra, bisogna utilizzare al massimo i margini di flessibilità contenuti nel Patto di stabilità e crescita». Poi sul rapporto deficit/pil mostra prudenza e spiega all'Annunziata: «forse è meglio non dichiarare il 2,4% e poi fare il 2,04%, e nel frattempo avere un'impennata dello spread. È preferibile collocarsi meglio dall'inizio per non avere turbative. È una saggia via di mezzo che noi percorreremo».
Nel cassetto dei «sogni possibili» del ministro Gualtieri anche gli asili nido gratuiti per i redditi medio-bassi e una progressiva riduzione delle tasse senza ricorrere, però, alla flat tax. E avverte che l'handicap da cui è partito il Conte bis è l'eredità salviniana. «Abbiamo questo grande conto del Papeete che ci è stato lasciato da pagare - dice - e dobbiamo farlo in modo equilibrato». «Ma non vogliamo fare solo questo - conclude l'ex parlamentare europeo del Pd -, vogliamo essere molto ambiziosi e affrontare i grandi nodi strutturali e le grandi sfide che stanno davanti al Paese». La battuta sul conto del Papeete da pagare non è piaciuta al numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti. «L'aumento dell'Iva - replica - non l'abbiamo lasciato noi ma il governo Gentiloni. Quindi il ministro Gualtieri farebbe bene a rivolgersi al suo compagno di partito per quello». Anche Salvini ha da dire la sua. «La tassa sulle merendine, la tassa sui contanti, la tassa sugli agricoltori, la tassa sulle bibite gassate - elenca il leader del Carroccio - Noi abbiamo un'idea chiara di come tagliare le tasse e questi mi sembra che invece vogliono aumentarle. Non vadano a cercare scuse dove non ci sono».
«Il governo è in pieno caos - commenta Renato Brunetta (Forza Italia) - Non sa dove andare a trovare le
risorse per mantenere le promesse fatte e gli impegni presi con l'Europa. Il dna tassa e spendi tipico dei governi di sinistra, come quello attuale, mal si concilia con il rigore dei conti che prevedono le regole europee».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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