Il Pil non illude i poteri forti: "La ripresa c'è, ma è fragile"

Al Forum Ambrosetti di Cernobbio eurocrati, banchieri ed economisti concordi: «La crescita non è strutturale»

Il Pil non illude i poteri forti: "La ripresa c'è, ma è fragile"

Prove di ripresa a Cernobbio. Ma per gli industriali e i banchieri intervenuti alla 43° edizione del Forum Ambrosetti non basta e non per colpa del super euro. Riforme, mercato del lavoro e finanziamenti bancari ancora insufficienti a sostegno delle aziende, sono ritenuti nodi scoperti e irrisolti che frenano l'agognata ripresa, mentre il nodo su quando finirà il quantitative easing non sembra turbare gli animi del parterre radunato a Villa d'Este.

Angel Gurria, segretario dell'Ocse, parla di «moderato ottimismo a cui si affianca la consapevolezza che, per rendere la ripresa stabile, strutturale e non soggetta a volatilità del momento, occorre un duro lavoro e proseguire con le riforme». Soprattutto in Italia, dove tra i punti dolenti indicati dall'Ocse rimane, tra l'altro, la bassa produttività delle imprese, così come l'eurozona è ancora debole sul fronte dell'unione bancaria. Rimangono poi aperti due interrogativi fondamentali che frenano la ripresa: la normalizzazione dell'inflazione e dell'occupazione. «Il recupero ciclico in corso nell'area dell'euro è ormai più ampio e più consolidato. Nonostante ciò, la forte fase di rilancio dell'inflazione mondiale che sembrava probabile all'inizio dell'anno non si è materializzata. Di conseguenza, i compiti di normalizzare l'inflazione e la disoccupazione a livelli accettabili continuano ad essere difficili», ha poi dichiarato di fronte alla platea di industriali e banchieri Vítor Constâncio, vice presidente della Bce. Di riforme parla anche Fan gang, tra i membri della People Bank of China che ammette che il debito cinese può rappresentare uno dei principali problemi del Paese nei prossimi anni, ma si dice fiducioso sul fatto che verrà risolto.

Proprio nelle ore in cui è iniziata la tre giorni sul lago di Como, l'Istat ha poi confermato che nel secondo trimestre del 2017 il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% rispetto al secondo trimestre del 2016, nonostante le tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e le due in meno di un anno fa 2016. Un dato incoraggiante e che sostiene le attese positive sull'economia italiana fotografate dal sondaggio realizzato dal Forum Ambrosetti, che vedono il 34% delle imprese attendersi un aumento del fatturato di oltre dieci punti percentuali. Ma sono in molti i top manager che, al di fuori delle dichiarazioni ufficiali, attestano che si è ancora lontani dai livelli pre crisi. Il clima che si respira a Villa D'Este è simile al meteo di Cernobbio: nuvoloni neri che si alternano a sprazzi di sole.

«C'è la ripresa, che va avanti nonostante l'euro. Occorrerà vedere dove arriverà l'euro e valutare nel lungo termine», ha commentato ad Francesco Starace, ad di Enel. Per Philippe Donnet, numero uno di Generali, «in Italia si vedono segnali di ripresa economica, ma non è ancora sufficiente. Occorre proseguire sulla strada delle riforme». Di ripresa «congiunturale e non strutturale» parla anche Riccardo Illy, imprenditore e, in precedenza, al vertice del Friuli Venezia Giulia. Più ottimista Jean Pierre Mustier, ad di Unicredit, che ha evidenziato quattro elementi a sostegno della ripresa («fondamentali molto buoni», «aziende straordinarie», «consumi molto buoni» e «investimenti in crescita», negando che vi siano timori legati all'incertezza politica che accompagnerà le prossime elezioni. «La ripresa economica italiana va ben oltre qualsiasi agenda politica», ha ribadito il banchiere.

I lavori sulle «Strategie competitive nell'Europa di oggi e di domani» riprendono con il premier Paolo Gentiloni oggi, mentre quella di domani sarà la giornata più italiana del think thank, in cui sono attesi oltre al ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, anche Luigi Di Maio, vice presidente della Camera e rappresentate dei 5 Stelle, e Matteo Salvini, alla guida della

Lega Nord, che daranno vita a prove di convergenza in vista delle elezioni della primavera, il cui esito incerto è considerato tra i punti più critici per una futura ripresa strutturale del Paese dalla platea di Cernobbio.

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