"Poca crescita e debito alto". Pizzino Ue al nuovo governo

Moscovici: "Sicuro che prevarrà la linea europeista". Ma Bruxelles è pronta a concedere più tempo per il Def

"Poca crescita e debito alto". Pizzino Ue al nuovo governo

Il Def può attendere. Il Documento di economia e finanza, che contiene le previsioni macroeconomiche del governo e anche una stima degli effetti delle politiche che verranno attuate nei tre anni successivi, dovrebbe essere approvato entro il 10 aprile. Ma ieri il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha detto che Bruxelles sarebbe disposta a concedere più tempo all'Italia. «Riconosciamo che un eventuale governo di interim potrebbe non avere la piena autorità di bilancio», ha spiegato.

Poco tempo fa il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan aveva detto che avrebbe scritto lui il documento. Ma l'uscita di Dombrovskis è uno stop al governo Gentiloni. Potrà compilare il quadro tendenziale, non quello programmatico. In altre parole, nel Def ci saranno le previsioni su conti e crescita, ma non si potrà fare cenno a eventuali misure. Compito che spetta a un governo con pieni poteri.

Un gesto di fiducia verso l'Italia, al quale corrisponde anche la volontà di non fare nessuno sconto al nuovo governo sul fronte dei conti pubblici, come anticipato dal Giornale martedì scorso. Ieri la Commissione ha pubblicato un rapporto sui paesi membri ricordando che in Italia, ma non solo, restano «squilibri economici eccessivi». Sono stati fatti progressi limitati nella politica di bilancio e nella governance fiscale. Lo stesso Dombrovskis, ha ricordato che «c'è una crescita che si rafforza nel 2017 e che dovrà rimanere stabile e solida anche quest'anno», però «l'economia italiana è ancora sotto la media europea, con un debito pubblico elevato, il secondo più alto in Europa, e una bassa produttività. E tutto questo ritarda una crescita elevata».

Il giudizio sul debito è sospeso e l'impressione è che le istituzioni europee vogliano prima capire che tipo di governo si insedierà a Palazzo Chigi. Ufficialmente in Europa si ostenta ottimismo. «Dobbiamo essere molto fiduciosi nella capacità del presidente della Repubblica di discutere con i partiti e i loro rappresentanti legittimi, e di procedere alla formazione di un governo stabile, che sono sicuro consentirà all'Italia di confermare il suo impegno europeo di sempre», ha detto Pierre Moscovici, commissario Ue per gli Affari economici. Sicuro che alla fine prevarrà una linea pro Europa, anche se al governo ci saranno partiti euroscettici.

Il riferimento, più che alla Lega di Matteo Salvini, è al Movimento 5 stelle. Il leder Luigi di Maio ha ammorbidito già da tempo i toni verso l'Europa e ora Bruxelles vuole si faccia definitivamente chiarezza su quali saranno le scelte del prossimo governo.

Con la consapevolezza che gli impegni sulle finanze

pubbliche vanno mantenuti. Se non sarà la Commissione europea a sanzionare eventuali sforamenti, saranno i mercati. Minaccia ancora più concreta, ora che gli acquisti di titoli di stato da parte della Bce stanno rallentando.

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