Prima dello scandalo lo chiamavano «profilo culturale» (kulturprofilen) poi è diventato «il Weinstein di Svezia». Dalle stelle alle stalle, di mezzo c'è l'onda del movimento contro le molestie sessuali che ha scatenato migliaia di denunce in giro per il mondo. Il fotografo Jean-Claude Arnault perde a 72 anni gloria e fama da intellettuale esportati dalla Francia alla Svezia, dove si era conquistato non solo stima ma anche affetti, compresa una moglie intellettuale quanto e più di lui, la poetessa svedese Katarina Frostenson, 65 anni. Classe 1946, nato a Marsiglia, in Francia, il fotografo Arnault è arrivato in Svezia quando era poco più che trentenne e ha subito cominciato a frequentare i salotti buoni del Paese.
Cene e premi. Con lei, 65 anni, nata a Stoccolma, che entra nell'Accademia Svedese nel 1992, diventando la più giovane poetessa mai eletta, vince Litteris et Artibus nel 2007, premio attribuito dalla Casa reale a chi ha apportato importanti contributi alla cultura e alla letteratura del Paese e viene candidata nel 2011, per la seconda volta, al Nordisk råds litteraturpris, il più prestigioso premio letterario scandinavo. Lui che nel 2008 si assicura il Natur & Kultur, un altro importante tributo in campo culturale. Una coppia unita negli interessi culturali. E anche nel conflitto di interessi, a quanto pare. Perché insieme allo scandalo molestie sessuali che ha travolto la coppia, c'è anche il sospetto che i due si siano dati una mano anche dal punto di vista economico. Al centro dei sospetti c'è Forum, lo spazio culturale gestito dal marito, che ospita serate letterarie ed eventi multiculturali foraggiato proprio dall'Accedemia svedese di cui lei fa fatto parte fino alle dimissioni forzate. Non solo. Tra le accuse che si muovono al marito, c'è anche quella di aver lasciato trapelare con anticipo i nomi di sette Nobel per la Letteratura, tra l'altro al centro di un pesante giro di scommesse. Fra questi ci sarebbero quelli di Bob Dylan, insignito nel 2016 e di Harold Pinter nel 2005.
Entrambi negano ogni accusa, lui parla di «caccia alle streghe», lei ha già lasciato l'Accademia, che ora resta con appena 11 membri in attesa che il re provveda a cambiare lo statuto in modo da poter garantirne il funzionamento (i cui membri, in realtà, sarebbero a vita).
In un colpo solo, la coppia sembra aver perso il tocco magico e per i due sarà difficile recuperare il danno di immagine.
Perché nel frattempo, in pochi apparentemente irrimediabili scivoloni, Jean-Claude Arnault e la poetessa Frostenson hanno gettato nel fango il nome dell'Accademia svedese e hanno trascinato nel loro limbo anche l'intoccabile istituzione reale e la principessa più amata del regno, la futura regina Vittoria. Dai capolavori della poesia ai disastri della vita. Sempre sotto i riflettori dei media. In attesa di capire come finirà la vicenda giudiziaria.GaCe
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