Il grido di un poliziotto: "Lavoro con l'auto personale"

Giuseppe Culcasi, sindacalista del Sap, il giorno dopo la protesta racconta le critiche condizioni in cui i poliziotti sono ridotti a lavorare

Il grido di un poliziotto: "Lavoro con l'auto personale"

"Dobbiamo lavorare con i mezzi personali. E se ci mettiamo a inseguire una macchina perché c’è il sospetto che ci sia qualche criminale a bordo, se magari pensiamo davvero di aver riconosciuto proprio Matteo Messina Denaro, ci buttiamo a correre con l’auto di famiglia. Se passiamo con il rosso o ci becca l’Autovelox, la multa ce la paghiamo da soli". Giuseppe Culcasi, sostituto commissario presso la Procura di Trapani e segretario provinciale del Sap, intervistato dal Quotidiano Nazionale, ha spiegato le ragioni che ieri hanno portato i vari corpi di polizia a manifestare a Roma in piazza Montecitorio.

"Siamo costretti a lavorare senza niente. - racconta il poliziotto - Zero autoblindate, zero incremento di uomini, zero straordinari. Zero di tutto. A Trapani ci sono, in totale, 650 poliziotti divisi tra i cinque commissariati e la Questura. E manca tutto". "Non abbiamo nulla in magazzino. - prosegue Culcasi - Non ci sono camicie, magliette, pantaloni, scarpe. È il vuoto". "I poliziotti che ci sono, - conclude il sindacalista del Sap - soprattutto nei commissariati, sono tutti over 50. Difficile inseguire un ventenne che si dà alla fuga.

Faccio un altro esempio: i servizi da coprire sono più di quelli che la polizia è in grado di assicurare. Succede, allora, che se c’è una partita di calcio o una visita di un’autorità, i servizi ordinari non si possono svolgere più".

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