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Porte girevoli: esce Travaglio, entra Nordio

Sfuma il faccia a faccia con il ministro. Ma Delmastro le canta al giornalista

Porte girevoli: esce Travaglio, entra Nordio

Roma. Sul volto dei militanti di Fratelli d'Italia si legge un pizzico di delusione, di amarezza. «Ma Nordio non viene?» si chiede una donna seduta in prima fila quasi sconsolata. Attendeva da giorni il faccia a faccia tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. Un faccia a faccia organizzato in occasione della festa dei dieci anni di Fratelli d'Italia a Roma, a Piazza del Popolo. Il ministro ha dato buca, le diciamo. «Peccato! Avrei voluto vedere Nordio cantargliele a quello là» (il riferimento è a Travaglio, ndr). Ma la signora dovrà attendere, come tutti gli altri. Il dibattito parte, ma senza il protagonista. Carlo Nordio si presenta solo alla fine, con più di un'ora di ritardo. E l'incontro con Travaglio? Beh, nella sala vip dedicata agli ospiti. Tra un biscotto al cioccolato e un tramezzino al tonno. Mentre uno usciva l'altro entrava. Per i più maliziosi un ritardo programmato. Per Giovanni Donzelli, organizzatore dell'evento, invece, un ritardo causato da «impegni istituzionali».

Ma non è che il ministro si è legato al dito le ultime stoccate di Travaglio? Il direttore in salsa grillina dalle colonne del suo giornale non ha risparmiato giudizi, critiche e attacchi al governo di Giorgia Meloni e, soprattutto, al suo ministro della Giustizia. A parlare per il governo ci ha pensato il sottosegretario della Giustizia Andrea Delmastro. «Mi dispiace che non sia venuto Nordio. Gli avrei detto di provare a mettersi nei panni di un delinquente» ha detto Travaglio. «Il delinquente quando legge le intenzioni programmatiche del ministro Nordio stappa lo champagne». Il riferimento è alle intercettazioni. Non è un mistero che il governo voglia rivederle. «Come lo prendi uno che ficca il coltello nella pancia della vittima se non intercetti i delinquenti, si fanno un selfie?». Ironizza Travaglio e dice: «Non mi pare che a Nordio facessero schifo le intercettazioni quando era magistrato». Andrea Delmastro ride forzatamente, si mette le mani tra i capelli. La sua faccia la dice lunga. Ascolta e soffre. Poi scoppia. Esplode in un fiume di parole e lo contraddice. Punto dopo punto, parola dopo parola. Con i fatti, con le linee programmatiche in mano. «Le ho scritte io, e quello che dici tu non esiste».

Tutto finisce con un bacio. Sarà come quello di Giuda?

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