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Renzi populista: "Niente soldi a chi sta bene"

Il premier chiude ai rimborsi sulle rendite più alte e promette: "Riformiamo la legge Fornero, possibile un'uscita anticipata"

Renzi populista: "Niente soldi a chi sta bene"

Roma - Restituire tutto a tutti, anche ai pensionati di lusso? Matteo Renzi non ci pensa proprio, e torna a spiegare con parole chiare il perché: «Se accettassimo il principio di chi dice che bisogna restituire tutto, dovremmo dare 18 miliardi a quelli che guadagnano anche 5mila euro di pensione. Cioè a chi sta abbastanza bene, se non bene. I cittadini sanno che non avrebbe senso».

Il presidente del Consiglio, ieri sera star di Porta a Porta , ha affrontato tutti i dossier aperti sul tavolo del governo, a cominciare appunto dall'emergenza creata dalla sentenza della Corte Costituzionale. E ha rivendicato la rapidità con cui il governo è intervenuto: «Per me sarebbe stato facile lamentarmi del passato, visto che quella riforma non l'ho votata perché non c'ero», spiega, alludendo maliziosamente a tanti dei suoi odierni critici che invece sulla legge Fornero misero la propria firma. «Potevamo stare mesi a discutere. Invece abbiamo risolto un problema in giro di 15 giorni e abbiamo recuperato credibilità in Europa». Ora però, annuncia, il governo vuole operare per rendere più elastiche le norme ferree di quella riforma previdenziale: «L'impegno del governo è chiaro ed è: liberiamo dalla legge Fornero quella parte di popolazione che, accettando una piccola riduzione, può andare in pensione con un po' più di flessibilità. L'Inps deve dare a tutti la libertà di scelta». Con la prossima legge di Stabilità, assicura il premier, si studierà il modo per allentare la morsa dell'innalzamento di età, e per rendere le regole più flessibili.

Poi Renzi definisce «insopportabile» il sistema dei vitalizi, e «sacrosanta» la battaglia per cambiarlo: «È inaccettabile che ci sia il parlamentare che è stato pure consigliere regionale, o consigliere, o professore e che di vitalizi ne prende tre». E il premier ne approfitta per lanciare una frecciatina alla Consulta: «Purtroppo la battaglia contro i vitalizi si scontra con il principio dei diritti acquisiti. Vedremo se passerà al vaglio delle varie istituzioni».

Il presidente del Consiglio ammette invece le difficoltà in Europa sul fronte immigrazione: la Commissione, ricorda, ha «riconosciuto che il problema non può essere solo italiano, i Paesi manderanno le navi», ora però i governi «devono accettare il sistema delle quote», altrimenti la posizione dell'Ue è «fuffa». Ogni intervento di tipo militare in Libia viene recisamente escluso: «Io non mando le truppe italiane a farsi sgozzare senza un equilibrio e un ruolo della comunità internazionale. Non stiamo giocando a soldatini». Ma Renzi promette che l'Italia tirerà su dal fondo del Mediterraneo il barcone affondato: «Lì ci sono decine di bambini, morti nelle stive. Costerà 15 milioni di euro, ci vorranno 4 mesi. Spero che li paghi l'Europa, se no li pagheremo noi. Voglio che il mondo veda quello che è successo: non si può continuare a dire “occhio non vede, cuore non duole”».

Un battibecco, tutto in casa Pd, nasce invece dalle parole del premier contro le Regioni che aumentano l'addizionale Irpef: «Lazio, Abruzzo, Piemonte e Liguria l'hanno portata al massimo, spieghino perché». Gli replica irritato Zingaretti, governatore del Lazio: «Se il governo ci restituisce i trasferimenti che ha tagliato, la abbassiamo volentieri.

È facile far quadrare i conti al centro con i tagli a noi, sarebbe capace chiunque».

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