La manovra del popolo piace sempre meno al popolo. Ieri per la prima volta in due mesi il consueto sondaggio Swg per il Tg La7 ha evidenziato che il 53% dei cittadini ha espresso un giudizio negativo sul ddl Bilancio a fronte del 47% dei favorevoli. Il campanello d'allarme per Matteo Salvini e Luigi Di Maio è suonato da tempo e ognuno dei due leader cerca di riavvicinarsi alle parti sociali, inizialmente «snobbate» dai vicepremier più adusi alla disintermediazione che alla concertazione. Chiaramente la mossa a sorpresa del numero del Carroccio che domenica ha convocato al Viminale le associazioni datoriali a favore della Tav per ascoltare le loro istanze ha colto in contropiede tanto il capo politico pentastellato quanto il premier Conte nel suo ruolo di «garante».
Quest'ultimo ha cercato di recuperare terreno incontrando ieri i sindacati. I segretari di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal e Cisal sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio e dai sottosegretari al Lavoro Crippa (M5s) e Durigon (Lega). Le prime tre sigle del Paese, dopo l'incontro, hanno deciso di convocare gli esecutivi unitari il 19 dicembre: il giudizio è negativo, ma non del tutto. I leader di Cgil, Cisl e Uil hanno presentato al premier un documento per chiedere modifiche alla legge di Bilancio. Il nodo principale del confronto, sebbene a livello puramente interlocutorio, è stato il carico fiscale che grava sui redditi da lavoro dipendente e da pensioni. Conte ha annotato tutte le richieste ma, considerato che il tempo stringe, nel passaggio al Senato della manovra si cercheranno di rimodulare le ricadute di eventuali tagli del cuneo fiscale. La maggior parte dei sindacati ha chiesto attenzione al dossier infrastrutture per i loro effetti positivi in termini di posti di lavoro, ma soprattutto ha chiesto risorse per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego (previste finora in manovra solo le perequazioni per il contratto in scadenza il 31 dicembre). Il segretario della Cisl, Annamaria Furlan, ha evidenziato che nella sanità pubblica molte strutture sono al collasso. A livello generale, invece, si è chiesto un intervento supplementare per il pensionamento delle donne con figli, la formazione nell'ambito del reddito di cittadinanza e lo sblocco dei tavoli di crisi a partire da Alitalia.
Conte ha preso nota, ha detto che riconvocherà a gennaio i sindacati (per il 19 dicembre in programma una manifestazione unitaria) e ha ribadito che la manovra è «in discontinuità con le politiche di austerity del passato e all'insegna della crescita economica coniugata allo sviluppo sostenibile e alla stabilità sociale». Su quota 100, però, si aspettano ancora le simulazioni del Tesoro. «Nessuna risposta nel merito», ha tagliato corto il segretario Cgil Susanna Camusso.
Forse queste aperture sono anche legate alla moral suasion quirinalizia, ma è chiaro che tra Lega e M5s si è aperta una gara a cercare sponde tra le parti sociali.
Ieri il ministro dello Sviluppo Di Maio ha detto che «i fatti si fanno al Mise perché è il Mise che si occupa delle imprese» e non al Viminale. Salvini è intervenuto a gamba tesa sulla Tav ipotizzando un referendum in caso di impasse, mentre la Lega ha promesso fondi in manovra per portare la M5 a Monza. L'escalation è appena iniziata.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.