Una raffica di pugni alla maestra che si era permessa di sottolineare le mancanze scolastiche del figlio. Succede anche questo nel Belpaese e quanto avvenuto a Palermo ieri è l'esempio estremo di come la famiglia a volte finisca per sminuire il ruolo istituzionale degli insegnanti. E il paradosso è che Maurizio B., 43 anni, il «sistema scuola» lo conosce bene, perché lavora come collaboratore scolastico.
Ma l'uomo, padre di un ragazzino di 10 anni, che frequenta l'istituto comprensivo Ignazio Florio, ieri è diventato una belva. Si era recato a scuola per chiedere all'insegnante di poter far uscire prima il figlio da scuola. Ma la donna gli ha fatto notare che il bambino aveva già fatto troppe assenze e che il rendimento scolastico non era dei migliori, quindi rischiava di perdere l'anno. A quel punto il quarantatreenne l'ha prima minacciata di morte, poi l'ha centrata al volto con un pugno. Lei è finita al pronto soccorso di Villa Sofia, dove le è stato riscontrato un lieve trauma facciale, con una prognosi di sei giorni.
L'aggressore ha numerosi precedenti per rissa, percosse e reati contro il patrimonio. Nel giugno del 2017 l'uomo, padre di cinque figli, era stato anche denunciato perché aveva lasciato il più piccolo solo in auto per giocare alle slot machine e alcuni passanti allarmati hanno allertato la polizia. «Maurizio ha lavorato per anni in questo plesso scolastico - ha spiegato Lucia Lo Cicero, dirigente scolastica dell'Ignazio Florio -. Negli ultimi tempi era molto preoccupato per i suoi cinque figli, perché erano in corso delle pratiche per valutare le condizioni in cui vivevano e so che è seguito dai servizi sociali. L'esortazione dell'insegnante sulle assenze del bambino ha scatenato in lui una reazione non giustificabile. Purtroppo, per situazioni particolari, non riesce a controllare la rabbia che già era esplosa una prima volta con un altro collega in un'altra scuola. Quando ho saputo della lite, comunque, l'ho spostato in un altro plesso il pomeriggio. L'insegnante, invece, anche in questa occasione ha dimostrato molta preparazione e tanta umanità».
Di atto deprecabile, parla invece l'assessore alla Scuola di Palermo Giovanna Marano: «Il dialogo genitori-insegnanti è decisivo e centrale nella pratica educativa e deve essere alimentato e favorito e preservato da ogni forma di violenza».
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