Allarme azzurro: Forza Italia al 4%. Ma Berlusconi punta sulle Regionali

Preoccupazione nel movimento per la doccia gelata in Trentino-Alto Adige. Il Cavaliere pensa alla riscossa a fine mese e scenderà in campo di persona

Allarme azzurro: Forza Italia al 4%. Ma Berlusconi punta sulle Regionali

Roma - Doccia gelata per Forza Italia che in Trentino e in Alto Adige precipita. Di contro, la Lega vola e quasi ovunque raddoppia se non triplica i suoi consensi. Non che, in quelle zone, Berlusconi si aspettasse un successo; ma nessuno nasconde il flop. Il Cavaliere, però, pensa che i conti andranno fatti alla fine, confidando nel voto di fine mese. Guarda con più ottimismo alla Liguria, dove il centrodestra è unito; ma anche alla Campania dove il piddino De Luca continua ad avere problemi. Berlusconi solo in parte addebita il pessimo risultato di ieri al suo forzato ostracismo. Ed è convinto che la sua presenza in campo possa aiutare Forza Italia a risalire la china. Non a caso nei prossimi giorni sarà personalmente in prima fila per scuotere l'elettorato: giovedì e venerdì sarà in tour in Puglia per fare comizi a sostegno della Poli Bortone a Bari, Foggia, Brindisi e Lecce. E poi, la settimana successiva, sarà la volta della Campania per rilanciare il governatore uscente Stefano Caldoro. La sua assenza ha pesato, certo; ma non è l'unico motivo del patatrac. E pure l'entourage a lui più vicino non se la sente di minimizzare il risultato. Giovanni Toti, per esempio, punta il dito contro i dirigenti locali: «I risultati del voto amministrativo in Trentino Alto Adige di queste ore sono ampiamente deludenti e ritengo siano il frutto di inadeguatezza di ricette, litigi, distinguo e totale incapacità della nostra locale classe dirigente - passata, presente e futura - di rappresentare i nostri elettori e le loro esigenze». E proprio in quelle zone già si preannuncia una rivoluzione: «Ritengo indispensabile un ripensamento dell'intera struttura del nostro movimento politico in quella zona provvedendo al più presto alla nomina di un commissario».

Anche Alessandro Cattaneo dice che «ora bisogna accelerare su un progetto rinnovato, aprendoci a volti nuovi». Anche se precisa: «Comunque lì non siamo mai stati forti ma non nascondo che siamo dimezzati».

Idem Deborah Bergamini che non nasconde l'insuccesso anche se cerca di vedere il briciolo di positività: «Dalle elezioni comunali in Trentino Alto Adige vengono indicazioni diverse, alcune negative, altre che ci spingono a lavorare per il progetto che abbiamo in mente da tempo: l'unità del centrodestra». E ancora: «Il fatto che il Pd non abbia sfondato nonostante l'impegno di Renzi in campagna elettorale - aggiunge - non ci esime, comunque, dal compiere un'analisi profonda sui motivi alla base del risultato negativo». Quello che non va bene è «chi nel centrodestra mostra ironia o addirittura compiacimento per i risultati del Trentino Alto Adige non costruisce nulla, men che meno un serio progetto politico per il futuro». Riferimento al dissidente pugliese Fitto che ha subito rigirato il coltello nella piaga: «Forza Italia non c'è e non ci sarà più. Berlusconi ce l'ha con me perché ho ragione. Credo che sia necessario rifondare il centrodestra».

Ma l'ex governatore pugliese dice di «no» anche al Partito repubblicano che ha in testa il Cavaliere: «Nel Partito repubblicano americano ci sono le primarie per poter scegliere. Quindi se l'idea del Partito repubblicano è quella dei risultati di Bolzano e Trento magari si rievoca quello italiano più che quello americano...».

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