Prescrizione e Daspo a vita, sì al ddl giustizialista

Il provvedimento anticorruzione è legge: più poteri agli 007 e stretta sulle donazioni ai partiti

Prescrizione e Daspo a vita, sì al ddl giustizialista

Lo «Spazzacorrotti» è legge. Il ddl giustizialista fortissimamente voluto dal M5s è stato approvato ieri in via definitiva alla Camera, in terza lettura, dove in serata ha incassato il via libera dell'Aula e senza l'utilizzo della fiducia. Sono stati 304 i voti favorevoli (M5s e Lega i partiti che hanno scelto il sì), 106 quelli contrari e 19 gli astenuti, con Fratelli d'Italia che ha scelto di astenersi mentre Forza Italia non ha partecipato al voto.

Molte le novità previste dalla nuova legge. La più «rumorosa», forse, è la sospensione della prescrizione, che si stoppa dopo la pronuncia della sentenza - che sia di condanna o di assoluzione nulla cambia - di primo grado. La misura aveva fatto storcere il naso al Carroccio, e per accordo tra le due forze di governo l'entrata in vigore è stata posticipata al gennaio del 2020. Curioso che, recentemente, Beppe Grillo si sia salvato da una condanna in appello a Torino proprio grazie alla sopravvenuta prescrizione. A dare il nome al ddl (spazzacorrotti) è invece stata l'introduzione del Daspo a vita per corrotti e corruttori, che prevede l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per i pubblici ufficiali condannati e l'incapacità a vita di fare affati con la pubblica amministrazione per gli imprenditori beccati in fallo. E a pizzicarli potrà essere anche un «agente sotto copertura», che potrà acquisire elementi di prova anche commettendo reati, ma rimanendo non punibile (purché agisca in conformità alle autorizzazioni ricevute)». Sostanzialmente questo «agente provocatore» è una figura introdotta ad hoc per contrastare i reati di corruzione, con l'estensione a queste fattispecie delle operazioni sotto copertura. Inasprite le pene ed escluse anche le misure alternative alla detenzione per i condannati per reati contro la pubblica amministrazione. Stretta anche sulle donazioni ai partiti: ora sarà obbligatorio rendere pubbliche tutte quelle sopra i 500 euro, contro il vecchio tetto di 5mila, e le coop sociali non potranno più finanziare i partiti.

Esulta Luigi Di Maio («Aspettavamo questa legge dai tempi di Mani pulite», ha commentato il vicepremier pentastellato dopo il via libera al Ddl a Montecitorio) e pure il ministro della giustizia Alfonso Bonafede: «È una legge molto importante - ha detto - il mio primo pensiero va ai giovani italiani e al loro futuro».

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