Pressing Ue su Mosca: sanzioni sul tavolo. Italia pronta a inviare 300 militari sul campo

Commissione e Parlamento Ue: "Via la Russia dal sistema Swift". Riunione dei ministri della Difesa della Nato. Guerini: "Teniamo alta l'attenzione"

Pressing Ue su Mosca: sanzioni sul tavolo. Italia pronta a inviare 300 militari sul campo

Europa e Nato continuano a non fidarsi. E chiedono a Mosca di far seguire alle parole i fatti. Quello che preoccupa, infatti, è il doppio binario utilizzato in queste ore dal Cremlino. Che se da una parte fornisce rassicurazioni e implementa gli sforzi diplomatici, dall'altra non ha ancora avviato alcuna smobilitazione delle truppe al confine con l'Ucraina. Anzi, stando al presidente Volodymyr Zelensky, Mosca si sta limitando a «piccole rotazioni» dei contingenti, movimenti - dice il capo di Stato ucraino - che non hanno nulla a che fare con un ritiro.

Ecco perché Ue e Nato sono intenzionate a tenere alta l'attenzione. Tanto che ieri il presidente Charles Michel ha convocato per questa mattina un Consiglio Ue informale proprio sulla crisi ucraina. Sul tavolo ci sarà il corposo pacchetto di sanzioni previste nel caso in cui la Russia decida di muoversi militarmente contro Kiev. Perché, spiega il presidente della Commissione Ursula von der Leyen, «l'Ue è già pronta a reagire con misure di emergenza». «Qualsiasi forma d'invasione, sia l'annessione del Donbass oppure un'incursione militare, deve diventare troppo costosa per la Russia e i suoi oligarchi», gli fa eco Josep Borrell, alto rappresentante per la politica estera Ue, intervenendo in plenaria a Strasburgo. Non è un caso che le sanzioni prevedano l'esclusione della Russia dal sistema bancario Swift - un colpo durissimo per Mosca, vista la limitata liquidità finanziaria del Paese - oltre al congelamento dei beni finanziari e fisici nell'Ue degli oligarchi russi e la richiesta di bloccare immediatamente il progetto Nord Stream 2.

Il clima nei palazzi della diplomazia europea, dunque, continua a non essere dei migliori. E l'allerta resta altissima. Un punto su cui hanno concordato i ministri della Difesa della Nato, riuniti ieri a Bruxelles. «Siamo fortemente preoccupati per il potenziamento militare russo su vasta scala, non provocato e ingiustificato in e intorno all'Ucraina e in Bielorussia», recita il comunicato finale al termine della ministeriale Nato. «Alle dichiarazioni russe sulla volontà di diplomazia ora devono seguire fatti concreti, che siano misurabili e diano davvero il senso di una volontà descalatoria», dice Lorenzo Guerini. Per questo, spiega il ministro della Difesa, «manteniamo alta l'attenzione e le misure di deterrenza».

Non è un caso che la Nato abbia innalzato il livello di prontezza operativa. E deciso di muovere anche delle navi nel Mar Nero. Si continua a ragionare, poi, sull'invio di soldati sul confine sud-est dell'Europa. «Da parte dell'Italia c'è stata piena disponibilità a fornire i contributi necessari», precisa Guerini. Il numero di militari, ovviamente, dipenderà anche da chi sarà alla guida del contingente. E l'Italia potrebbe partecipare in Ungheria o in Bulgaria con due-trecento uomini. Intanto ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi è volato a Parigi per una cena di lavoro all'Eliseo.

Alla riunione, per fare il punto sulla strategia nel Sahel, partecipano diversi leader europei e l'Ucraina è difficile che venga dimenticata. Stamattina il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sarà a Mosca per un incontro con l'omologo Sergei Lavrov.

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