Cronache

"Il processo Berlusconi fu irregolare. Inverosimile il ritardo casuale del fax"

L'ex pm David Monti: "Anomalie oggettive, violato il principio del giudice naturale. Strasburgo ha parecchie cose da valutare"

"Il processo Berlusconi fu irregolare. Inverosimile il ritardo casuale del fax"

Non è facile, in questi giorni, trovare un magistrato disposto a ragionare pubblicamente su quanto sta emergendo intorno alla condanna di Silvio Berlusconi nel 2013: perché si tratta di mettere in discussione uno dei processi-feticcio della magistratura italiana, l'atto finale dell'assalto giudiziario al Cavaliere, e insieme ad esso il ruolo della Cassazione, la Suprema Corte che della giustizia nostrana dovrebbe essere il tempio. Ma David Monti, per 35 anni pubblico ministero, non aveva peli sulla lingua quando era in servizio. E ancora meno ne ha adesso che ha lasciato la toga per disamore «verso una giustizia in cui non mi riconoscevo più».

Da addetto ai lavori, come valuta le rivelazioni sul caso Esposito/Berlusconi?

«L'impressione che ne traggo, da comune cittadino ancora più che da ex magistrato, è quella che non si sia certo trattato di un percorso cristallino. Lasciamo stare per un momento la valutazione del ruolo di Renato Franco, il collega oggi scomparso che andò poi a confidare a Berlusconi il suo dissenso dalla sentenza: una scelta su cui mi astengo dalle valutazioni. L'elemento cruciale che sta venendo a galla è quello sulla designazione della sezione cui doveva essere assegnato il processo. A questo proposito uso i termini che usavo da pubblico ministero: gli aspetti anomali sono oggettivi e indizianti».

Il fascicolo, ormai è chiaro, non doveva andare alla sezione presieduta da Esposito il 31 luglio ma all'udienza del 9 agosto presieduta proprio da Franco, l'innocentista.

«A questo mi riferisco quando parlo di circostanze indizianti. Se è vero che la Corte d'Appello di Milano aveva comunicato per tempo via fax alla Cassazione la modifica dei tempi di prescrizione dei reati, e che quel fax si è perso per giorni negli uffici della Cassazione, allora siamo davanti a una violazione del principio fondamentale del giudice naturale. Quella che ha condannato Berlusconi, con quella composizione, non era la sezione che avrebbe dovuto celebrare il processo. Vede, il funzionamento di tutti gli organi giurisdizionali, dai piccoli tribunali fino in Cassazione, è soggetto alle regole tabellari. Che consentono di predeterminare chi sarà il giudice di un certo processo, impedendo così designazioni a piacimento e abusi, e garantendo così il rispetto del principio costituzionale del giudice naturale. A preoccupare nel processo Berlusconi è proprio la violazione di queste regole. Non è stato un processo regolare».

Ma come è potuto accadere? Il fax della Corte d'Appello di Milano vaga quattro giorni tra le cancellerie della Cassazione e arriva nell'ufficio giusto quando ormai è troppo tardi. Può accadere per caso? O c'è in Cassazione qualcuno in grado di influenzare i passaggi dei fascicoli a suo piacimento per raggiungere i suoi scopi?

«Purtroppo mi è difficile credere al caso fortuito. In Cassazione accadevano cose strane già ai tempi della famosa prima sezione. E nel caso del processo Berlusconi è del tutto inverosimile che il ritardo sia stato casuale. Mettiamoci nei panni di un qualunque cancelliere sul cui tavolo arriva per sbaglio un fax che riguarda il processo all'ex presidente del Consiglio, quello cosa fa? Salta sulla sedia e si precipita dal primo Presidente. Che questo non sia accaduto, che il fax si sia disperso nei rivoli della burocrazia, è dal punto di vista del calcolo delle probabilità, una possibilità infinitesimale».

E adesso? Cosa potrà decidere la Corte europea dei diritti dell'Uomo sul ricorso di Berlusconi ?

«Tenga presente che c'è un altro elemento nuovo, la sentenza del tribunale civile di Milano che nei mesi scorsi ha dato della vicenda dei diritti tv una lettura opposta a quella della Cassazione.

Io ho partecipato recentemente a un seminario a Praga sulla valutazione europea del giusto processo, e ne deduco che quando la Corte di Strasburgo esaminerà il ricorso avrà più di un elemento da valutare seriamente».

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