Mondo

Il processo Floyd alle arringhe finali. L'ex agente rischia fino a 75 anni

La giuria dovrà decidere se Chauvin ha commesso in modo volontario il reato contro l'uomo che morendo urlava pietà

Il processo Floyd alle arringhe finali. L'ex agente rischia fino a 75 anni

Oltre ogni ragionevole dubbio. È il punto chiave: la volontarietà. È quello che la giuria dovrà stabilire. Derek Chauvin, l'ex agente accusato di aver causato la morte di George Floyd, ha commesso il reato volontariamente o no? Cioè, nel processo è stato reso chiaro, «oltre ogni ragionevole dubbio», che Chauvin volesse provocare consapevolmente la morte, quando tenne il ginocchio premuto per oltre nove minuti sul collo di Floyd, sdraiato per terra, faccia in giù, mani legate dietro la schiena? Ieri è stato il giorno delle arringhe finali di accusa e difesa per il processo di Floyd, il 46enne afroamericano che il 25 maggio 2020 ha perso la vita durante un fermo di polizia. Il procuratore Steve Schleicher, durante l'arringa finale ha accusato l'ex agente di aver commesso un'«aggressione criminale, non era necessario, era gratuito, era sproporzionato. E lo ha fatto apposta. Non è stato un incidente». Sull'ex agente ora gravano tre capi di imputazione: omicidio di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio preterintenzionale. Ogni reato viene giudicato singolarmente dalla giuria dei dodici.

L'omicidio di secondo grado esclude la premeditazione o la presenza di «particolare crudeltà» o il fatto che sia stato commesso assieme a un altro grave reato. L'omicidio di terzo grado chiede ai giurati di considerare se Chauvin abbia commesso un «atto molto pericoloso per gli altri, mostrando una mente perversa, senza considerazione per la vita umana». L'ultimo capo di imputazione, l'omicidio preterintenzionale, prevede che l'imputato abbia «consapevolmente assunto rischi che potevano causare la morte» di Floyd. Nessuno dei tre reati scelti dall'accusa prevede che Chauvin volesse deliberatamente uccidere Floyd. Se l'imputato verrà dichiarato colpevole, poi toccherà al giudice, dopo aver studiato tutte le carte, in un secondo momento, stabilire la lunghezza della pena. Secondo i precedenti in Minnesota, un imputato senza precedenti, come Chauvin prende, in media, 12 anni e mezzo. La pena minima è di dieci anni, la massima è di quindici. Ma se il giudice ritiene possano esserci aggravanti, la sentenza può raggiungere un massimo di 75 anni: 40 per l'omicidio di secondo grado; 25 per l'omicidio di terzo grado e 10 per l'omicidio preterintenzionale. Per Chauvin equivarrebbe a un ergastolo.

Poi c'è la terza ipotesi. Si chiama «hung jury» e si verifica quando la giuria formata da dodici persone non raggiunge un verdetto unanime. In quel caso si rifarebbe il processo e verrebbe selezionata una nuova giuria. Anche un solo giurato può bloccare la sentenza di colpevolezza o assoluzione. Cominciato l'8 marzo 2021, è il primo processo per omicidio in Minnesota trasmesso interamente in diretta dai network nazionali. Chauvin è stato arrestato il 29 maggio 2020, accusato inizialmente di omicidio di terzo grado e omicidio preterintenzionale, diventando il primo poliziotto nella storia del Minnesota ad essere incriminato per la morte di un cittadino afroamericano. Il 3 giugno 2020 è stato aggiunto l'omicidio di secondo grado. Il 12 marzo 2021 la famiglia Floyd ha ottenuto dal municipio di Minneapolis un risarcimento di 27 milioni di dollari. Intanto a Minneapolis e negli Usa la tensione è alle stelle.

Domenica, a Chicago, una bambina afroamericana di sette anni è stata uccisa e il padre ferito, in un sparatoria davanti a un McDonald.

Commenti