La profezia choc di Prigozhin: "Mosca? Un aereo che cadrà"

Un blogger vicino al leader Wagner pubblica un'intervista premonitrice di aprile. «Meglio essere ucciso che mentire»

La profezia choc di Prigozhin: "Mosca? Un aereo che cadrà"
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«La Russia è sull'orlo del disastro, e se non verranno presi provvedimenti allora l'aereo cadrà a pezzi dal cielo». É la frase choc tratta da una video-intervista che Prigozhin rilasciò al blogger russo Semyon Pegov lo scorso 19 aprile. Inconsapevolmente l'ormai defunto capo della Wagner parlava della sua morte avvenuta solo 116 giorni dopo. «Preferirei essere ucciso piuttosto che mentire al mio Paese - aggiunse - parlo in maniera onesta, è un diritto mio e di tutti i cittadina russi che vengono ingannati». Pegov, propagandista militare russo, attraverso il blog WarGonzo, che ha un milione e mezzo di follower, era diventato la principale cassa di risonanza di Prigozhin, allontanatosi nel tempo dalle posizioni di Putin. Oggi Pegov teme per la propria sorte, preoccupato di far la fine del collega Tatarsky, ucciso in un attentato dinamitardo il 2 aprile a San Pietroburgo. Convinto della colpevolezza di Putin nello schianto di Tver, ha voluto ripubblicare la video-intervista per suscitare più clamore possibile su quanto accaduto al 62enne oligarca, anche perché, lo si legge in un sondaggio commissionato dal Sunday Times, solo l'8% dei russi crede che lo zar di Mosca sia il responsabile. Tutto questo mentre in Russia il test del Dna ha confermato l'identificazione di Prigozhin e del suo braccio destro Utkin tra i morti dell'incidente aereo.

Aldilà dell'eredità Wagner, e della frammentazione studiata dal Cremlino per evitare di ritrovarsi di fronte a un solo uomo al comando, ci si interroga se Prigozhin avrà un funerale di stato, se verrà ricordato come un eroe o se l'establishment di Mosca preferirà cancellare con la spugna dell'oblio l'imbarazzante fardello. Dmitry Peskov ha fornito l'antipasto di uno scenario futuro, spiegando che il leader russo «ha un programma fitto di impegni» e che difficilmente parteciperà al funerale. Per comprendere quale potrà essere l'atteggiamento dello zar è necessario riprendere i passaggi di un documentario del 2018 dal titolo Putin's Witnesses, dove Putin rispose risoluto quando gli venne chiesto se ci fosse qualcosa che non potesse perdonare: «il tradimento», disse senza esitazione. L'eredità di Prigozhin all'interno della Russia porterà quindi il marchio del tradimento, parola che Putin ha usato più volte anche durante la rivolta della Wagner. Per anni Prigozhin ha svolto il lavoro sporco per conto del Cremlino, cercando di diffondere l'influenza russa e seminare discordia tra i nemici. Putin l'ha definito «un uomo d'affari di talento» nell'unico elogio funebre.

Prigozhin aveva giustificato il suo ammutinamento con lo scopo di salvarlo dai militari, che secondo lui nascondevano la verità sul conflitto e si appropriavano indebitamente di denaro dallo sforzo bellico. Ma il capo della Wagner ha oltrepassato la linea, criticando l'invasione dell'Ucraina. Secondo quanto pubblicato ieri da Novaja Gazeta, giornale non proprio filo-governativo, la sopravvivenza di Prigozhin avrebbe potuto presentare pericoli maggiori per il Cremlino. «Hanno eliminato il leader di un potenziale esercito e di una futura opposizione armata. Era necessario liquidarlo per rafforzare la fiducia all'interno dell'esercito», si legge nell'articolo che continua sostenendo il ruolo fondamentale del ministro della difesa Shoigu nell'attentato all'Embraer.

Se l'eredità militare della Wagner è già traslocata altrove, Putin dovrà regolare i conti con i simpatizzanti di Prigozhin, il famoso sottogruppo di una trentina di vip vicini alla Wagner di cui si era parlato a fine giugno.

Sulla lista figurano nomi eccellenti, come quello di Sergej Mironov, leader di Russia Giusta, e di Andrey Yudin, vice comandante delle forze aereospaziali, attorno ai quali si starebbero aggregando nostalgici della prima Wagner. La notte dei lunghi coltelli è solo iniziata.

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