Roma A novembre scorso, lo scudo crociato è tornato ad abitare in piazza del Gesù. La Democrazia cristiana è rinata sotto la guida dell'ex parlamentare Gianni Fontana. La nuova Dc occupa soltanto tre stanze dello storico palazzo Cenci - Bolognetti, e dell'antico prestigio, simbolo a parte, non è rimasto granché. Complice il ritorno a un sistema elettorale per i due terzi proporzionale, i democristiani sono tornati di moda. Chi pensa di poter dire la sua, si tiene alla larga dalla vecchia sede. Cerca piuttosto di tessere accordi e organizzare improbabili matrimoni, come quello tra Bruno Tabacci e i radicali di Emma Bonino. Alcuni ex Dc sostengono il centrodestra, altri il centrosinistra. Ma a differenza che in passato, più che mediare tra le varie forze in campo battibeccano tra loro. Litigano sulle liste e sulle alleanze, che dovranno portarli a Montecitorio oppure a Palazzo Madama.
L'ultima contesa è quella tra Tabacci a Lorenzo Dellai. Il primo ha concesso l'uso del simbolo di Centro democratico al raggruppamento +Europa dell'ex ministro degli Esteri Bonino. Dato che Centro democratico è già rappresentato in Parlamento, l'apparentamento consentirebbe ai radicali di non raccogliere le firme necessarie a presentare la lista. Il partito che fu di Marco Pannella, nonostante la distanza siderale con il cattolico Tabacci, saluta l'ex assessore al Bilancio del Comune di Milano come un salvatore della patria.
Per Dellai, che farà parte della lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin e Pier Ferdinando Casini, non è detta l'ultima parola. L'ex presidente della provincia di Trento è il leader di Democrazia solidale, che assieme a Centro democratico forma un unico gruppo parlamentare. Per questa ragione, secondo Dellai, non è detto che Tabacci abbia l'autorità di concedere il simbolo alla Bonino senza prima discuterne con lui. Il tandem Tabacci - Bonino si collocherà nel centrosinistra, come i civici e popolari. Questi ultimi non hanno problemi di firme, dato che potranno sfruttare l'eredità di Alternativa popolare, la nave alfaniana affondata nell'ultima parte della legislatura. Hanno però un problema con il logo, e anche qui ci sono scaramucce tra cattolici. Nelle intenzioni di Lorenzin e Casini, lo stemma dovrebbe contenere una margherita, simile a quella del vecchio partito di Francesco Rutelli. Alle diffide dell'ex sindaco di Roma ha replicato ancora una volta Dellai, secondo cui non c'è alcun rischio di fare confusione tra la nuova forza politica e il movimento oggi in liquidazione. La ministra della Salute ha frenato, e martedì dovrebbe presentare il simbolo del contenitore centrista.
Anche nella «quarta gamba» del centrodestra, la coalizione Noi con l'Italia, molti hanno un passato nella Dc.
A partire dall'ex presidente della Puglia, Raffaele Fitto, passando per Saverio Romano, già ministro dell'Agricoltura, e Maurizio Lupi, il luogotenente di Alfano che ha deciso di tornare a destra. Al gruppo si è da poco unito il più democristiano di tutti: Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, che porta in dote lo stemma con lo scudo crociato.
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