"Il prossimo sarà l'uomo Replicarlo? Una violazione"

L'esperto di bioetica contro la duplicazione umana «Sarebbe la più grande offesa al nostro genere»

"Il prossimo sarà l'uomo Replicarlo? Una violazione"

Francesco D'Agostino, presidente emerito del Comitato nazionale di bioetica, ha appena letto (on line, sull'Huffington post) la notizia dei due macachi clonati a Shanghai.

Uno choc?

«Uno choc, perché le scimmie sono più vicine a noi della pecora Dolly. Però è interessante che proprio quell'avventura sia rimasta sospesa e, alla fine, non ne sia derivato nulla dal punto di vista scientifico e medico».

La tecnica è la stessa di Dolly.

«Sì, ma quella tecnica non è rimasta priva di ombre. Non c'è ancora l'assoluta certezza della sua innocuità. E pochi lo ricordano, ma c'è un fatto curioso: lo stesso papà di Dolly la soppresse, dopo poco tempo, perché aveva rilevato un invecchiamento precoce. È stato molto rimproverato dai colleghi per questo».

Le altre ombre?

«Non si è ancora riusciti a capire la finalità ottimale delle tecniche di clonazione: a che cosa dovrebbero servire davvero?».

Però sono stati clonati vari animali, negli anni.

«Ci sono anche state una valanga di fake news. La clonazione è un buco nero nella genetica e nella medicina della riproduzione: non si sa se queste tecniche funzionino; e, prima ancora, se siano innocue. Né è arrivata alcuna indicazione sulle finalità medico-terapeutiche».

Si parla di ridurre il numero di scimmie per gli esperimenti in laboratorio. È sensato?

«Bisogna capire, perché le notizie dalla Cina non sono sempre limpide... Effettivamente usare le scimmie nelle sperimentazioni è costosissimo. Per questo gli scienziati amano i topi, che costano quasi zero, e dei quali frega niente a nessuno».

E gli animalisti?

«Di sicuro arriveranno le loro proteste. Ma una tecnica così complessa finalizzata solo a ridurre il numero di animali da laboratorio mi lascia perplesso».

Perché professore?

«È lecita la domanda se non stiano tentando di nuovo la sperimentazione sull'uomo - proibita - utilizzando come schermo la clonazione delle scimmie».

Clonata la scimmia, il passo successivo è l'uomo?

«Dal punto di vista etico, ciò che è proibito sugli uomini può essere lecito sull'animale. Utilizziamo animali in laboratorio, li uccidiamo, con la giustificazione che sia per il bene umano. Invece una giustificazione diretta della clonazione umana non è riuscito a trovarla nessuno, perché è una violazione antropologica immensa».

Qualcuno ci ha provato?

«Sì. Ma le argomentazioni sono inconsistenti. Mettere al mondo una replica biologica di un individuo è la più grande offesa all'individualità di un essere umano, che ha il diritto a essere considerato un individuo umano personale e non la riproduzione biologica di un altro. Poi bisogna vedere: come disse Giovanni Berlinguer, presidente del Comitato di bioetica, la pecora Dolly si è rivelata una bufala».

Quindi lei come reagirebbe?

«Primo: niente trionfalismi frettolosi e fondati su notizie prive di prove rigorose. Secondo: ricordiamoci che i modelli animali non sempre corrispondono a quelli umani».

E poi?

«Attenti che dietro questa ricerca non si nascondano, come dietro un paravento, ricerche direttamente fatte sull'uomo. Questa è la tentazione sconfinata».

Ha il dubbio?

«Sì. I cinesi, su questo, non ci danno tranquillità».

È una notizia

allarmante?

«Diciamo che appare inquietante, ma esige di essere adeguatamente confermata. Se lo fosse, certo sarebbe inquietante. Soprattutto per il grosso sospetto che, dietro, attivino le sperimentazioni sull'uomo».

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