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Prove di manovra giallorossa: spunta la rimodulazione Iva

Pronta la nota di aggiornamento al Def che porterà alla legge di bilancio. Il deficit è fissato al 2,2% del pil per il 2020

Prove di manovra giallorossa: spunta la rimodulazione Iva

Una manovra "da circa 29-30 miliardi sostenuta in parte attraverso margini di flessibilità, 0,7% del Pil, e un'altra parte da una serie di misure sul lato dell'efficientamento e del controllo della spesa, sul lato della rimodulazione delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l'ambiente, un capitolo significativo di misure volte al recupero del gettito tributario e contrasto all'evasione che hanno vari assi". Una manovra espansiva che - assicura il governo - riuscirà comunque a sterilizzare l'aumento dell'Iva e coprire le spese indifferibili.

Prende forma la manovra giallorossa, la prima del Conte bis, dopo le tensioni della vigilia proprio sulla possibilità che scattassero le clausole di salvaguardia e aumentasse l'imposta sul valore aggiunto. In circa un'ora il Consiglio dei ministri ha infatti licenziato la Nota di aggiornamento al Def (Nadef) che stabilisce un obiettivo programmatico di deficit/Pil al 2,2% nel 2020 (contro il 2,1% concordato con l'Europa), in calo all'1,8% nel 2021 e all'1,4% nel 2022.

"Abbiamo sterilizzato l'aumento dell'Iva, ma non ci accontentiamo di questo", ha detto Giuseppe Conte al termine del Cdm, "Già da quest'anno abbiamo progettato e progettiamo, con questa manovra economica e tutti i collegati, la modernizzazione del Paese, la digitalizzazione delle Infrastruttrure e la svolta verde". Ma il ministro Roberto Gualtieri parla esplicitamente di una possibile "rimodulazione" dell'Iva. Un cambiamento delle aliquote (probabilmente penalizzando i beni "di lusso") quindi non è ancora escluso.

Al centro della manovra ci sarà quindi la lotta all'evasione. Che partirà - come già largamente raccontato - dalla "guerra al contante" e gli incentivi al pagamento digitale e tracciabile, per recuperare gettito tributario. Anche se le misure "sono ancora in via di definizione" e se il premier assicura che non ci sarà una penalizzazione per chi usa le banconote, quanto piuttosto dei "premi" a chi usa le transazioni elettroniche.

E poi un "Green new deal", una serie di misure "verdi" orientate "al contrasto ai cambiamenti climatici, alla riconversione energetica, all'economia circolare, alla protezione dell'ambiente e alla coesione sociale e territoriale". "Sarà il perno della strategia di sviluppo del governo", ha detto il ministro dell'Economia, "Esso si inserirà nell'approccio di promozione del benessere equo e sostenibile, la cui programmazione è stata introdotta in Italia in anticipo sugli altri paesi europei e che il Governo intende rafforzare in tutte le sue dimensioni".

Il governo promette anche una serie di interventi per alleggerire il carico fiscale sul lavoro, rifinanziare gli investimenti pubblici con 50 miliardi e facilitare l'accesso delle famiglie all'istruzione prescolare. Un mini cuneo fiscale sarà allo studio del Mef però solo a partire dall'anno prossimo.

Non mancano le stoccate al governo precedente.

O meglio alla parte di maggioranza non più a Palazzo Chigi: "Il peggioramento delle prospettive economiche e i ricorrenti dubbi sull'adesione alla moneta unica da parte di alcuni esponenti politici hanno contribuito a ridurre la fiducia degli investitori, portando a un significativo aumento del costo del debito pubblico, la componente più improduttiva della spesa", scrive infatti il ministro nella premessa della Nadef, "Anche sotto questo punto di vista è stato importante evitare la procedura per disavanzo eccessivo".

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