Ma quali scuse? La capitana non ha mai pronunciato la parola "sorry"

L'avvocato smentisce la ricostruzione: "Non si è mai scusata, non lo ha mai detto". E spiega: "Certamente sarà dispiaciuta..."

Ma quali scuse? La capitana non ha mai pronunciato la parola "sorry"

Ma quali scuse? La capitana Carola Rackete non ha mai pronunciato la parola “sorry”. Non si è mai scusata con gli uomini della Guardia di Finanza che, sul molo commerciale di Lampedusa, sotto i nostri occhi, venerdì notte, hanno rischiato di essere travolti dalla Sea-Watch3 mentre tentava di attraccare nel porto per far sbarcare i 40 immigrati a bordo da sedici giorni senza alcuna autorizzazione. A confermarlo è Leonardo Marino, avvocato della capitana. “Non si è mai scusata, non lo ha mai detto. - ci dice il legale - Certamente sarà dispiaciuta, ma non ha avuto modo di farlo. Anzi, credo non abbia proprio voluto. Non è nemmeno scritto nei verbali della Guardia di Finanza. Durante il lungo colloquio si è parlato di altro chiaramente. È stata un’invenzione, non so da dove sia venuta fuori questa notizia. Certamente non da me.” Proprio così, un’invenzione. Ma a che scopo? In queste ore si cerca di creare un nuovo personaggio, un nuovo idolo della sinistra. Ma “l’idolo” va ripulito, soprattutto dopo aver messo in pericolo la vita delle forze dell’ordine. Per questo rischia una pena da 3 a 10 anni.

E mentre la Sea-Watch3, sotto sequestro probatorio, resta in rada ad un miglio dalla costa di Lampedusa la capitana rimane agli arresti domiciliari. Ma non nell’hot-spot di Lampedusa come era stato fatto credere. Anche questa una finta notizia, una fake news, magari costruita ad arte. È bastato poco per far girare la notizia, subito rilanciata perchè creduta fondata. E via con i titoloni: “Carola chiede i domiciliari nell’hot-spot di Lampedusa, resta accanto ai migranti da lei salvati.” E ancora: “Comandante fino alla fine”. Eppure, anche questa notizia va smentita. La capitana si trova agli arresti domiciliari in una casa privata di Lampedusa vista mare. A confermarlo fonti del Viminale da noi interpellate e anche il suo legale. “Carola si trova in una casa da noi indicata, ora è più rilassata e si sta riposando. Sono stati giorni duri per lei. Alcuni giornali hanno scritto di tutto. Dopo l’arresto Carola è stata portata nell’hot-spot di Lampedusa per fare le foto segnaletiche e prendere le impronte digitali. È l’unico posto sull’isola dove si possono fare, ecco perché è stata portata lì. Non c’era alternativa.” Ci dice il difensore Leonardo Marino.

Ora sull’Isola

tutto tace, il sole brucia sugli scogli e sullo sfondo la Sea-Watch che presto prenderà nuovamente il largo ma non per soccorrere altri migranti. La nuova destinazione è Licata dove resterà a disposizione della magistratura.

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