Quando la cricca della sanità chiedeva aiuto agli amici Pd

Nelle carte dell'inchiesta sul crac della Divina Provvidenza che inguaiano Azzollini le telefonate dei manager indagati al sottosegretario De Vincenti. Il ruolo di Boccia

Quando la cricca della sanità chiedeva aiuto agli amici Pd

Tra le 30mila pagine dell'inchiesta della Procura di Trani sul crac da 500 milioni di euro della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie, depositate ieri, ci sono diverse intercettazioni che svelano la rete di rapporti politici e istituzionali su cui potevano contare alcuni indagati, come l'ex presidente dell'ospedale Bambin Gesù Giuseppe Profiti, incaricato dal Vaticano di occuparsi del dissesto finanziario della Congregazione, e grazie ai quali anno dopo anno anno la Divina Provvidenza era riuscita a salvarsi.

Per cercare di piazzare uomini di fiducia nella gestione della Congregazione, il manager della sanità si rivolse anche all'allora viceministro del Pd dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti, che ad aprile scorso ha preso il posto di Graziano Delrio come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Presunte pressioni che, va detto, non sortirono alcun effetto. L'obiettivo di Profiti era quello di affiancare altri due commissari a Bartolo Cozzoli, che per la polizia tributaria di Bari era uomo vicino al presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia. Gli investigatori sottolinenano che prima della nomina di Cozzoli a commissario straordinario dell'ex ospedale psichiatrico, nel dicembre 2013, ci sono state «molteplici trattative, volte a influenzare la nomina di competenza del ministero dello Sviluppo economico, tramite contatti diretti con i massimi dirigenti ministeriali e del governo stesso, operate da parte di Profiti, ma anche di parlamentari, interessati a vario livello alle vicende dell'Ente, come il presidente della Commissione Bilancio del Senato Antonio Azzollini e il presidente della commissione di Controllo sull'attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, onorevole Raffaele Di Gioia».

Nell'informativa il nome di De Vincenti compare anche perché, come annotano gli investigatori, era già stato contattato direttamente dallo stesso Profiti per orientare la nomina a commissario straordinario di Gianpaolo Grippa, suo uomo di fiducia, in sostituzione di Mauro Pantaleo. Il primo marzo 2014, invece, viene intercettata una telefonata tra Profiti e Vito Cozzoli, che era stato appena nominato capo di Gabinetto del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. Nel corso della conversazione ancora una volta Profiti spiegava a Cozzoli la necessità di inserire due persone di sua fiducia, uomini «Bambin Gesù», da affiancare al commissario straordinario, e sollecitava il suo interlocutore a sensibilizzare in tal senso anche il neo vice-ministro Claudio De Vincenti». I due, secondo la polizia tributaria, facevano chiaro riferimento al fatto che vi erano due parlamentari, entrambi presidenti di commissione ed entrambi di provenienza geografica pugliese, i quali guardavano all'Ente con pari interesse (Azzollini e Boccia, ndr ).

Giovedì cominceranno le udienze davanti al Tribunale del Riesame di Bari per gli indagati che hanno chiesto la revoca della misura cautelare. Quella del senatore Azzollini non è stata ancora fissata, mentre invece procede l'iter della Giunta per le immunità del Senato che deve decidere sulla sua richiesta di arresto. Ieri è stata depositata la memoria difensiva del senatore e oggi il presidente della Giunta, Dario Stefano (Sel), ha convocato l'ufficio di presidenza per fare il punto sul caso.

Ma i lavori dell'organo parlamentare rischiano di slittare perché i commissari potrebbero chiedere più tempo per esaminare le nuove carte. La giunta comunque si riunirà stasera alle 20.

Il 10 giugno scorso la Procura di Trani dispone una decina di arresti. Tra le richieste quella per l'ex sindaco di Molfetta Antonio Azzollini, senatore di Ncd

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