Quando Renzi diceva che la legge elettorale non va fatta a colpi di maggioranza

In un tweet del gennaio 2014 il leader Pd scriveva che "le regole si scrivono tutti insieme". Ora fa l'esatto contrario

Quando Renzi diceva che la legge elettorale non va fatta a colpi di maggioranza

Renzi intende far approvare a tutti i costi la nuova legge elettorale, meglio nota come Italicum. Il Consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia. E l'annuncio ufficiale, alla Camera, lo ha fatto il ministro Boschi: "A nome del governo pongo la questione
di fiducia". Le sue parole vengono accolte da un boato delle opposizioni, che protestano contro la decisione del governo.

Tradotto dal politichese: se il ddl di riforma della legge elettorale non passa, il governo va a casa. La decisione è stata presa per evitare modifiche in corso d'opera che farebbero saltare (o comunque rinviare non di poco) le tappe della riforma. Per spiegare quanto ad essa tenga il Pd Renzi pochi giorni fa aveva scritto una lettera a tutti i militanti usando queste parole: "Se questa legge elettorale non passa è l'idea stessa di Partito Democratico come motore del cambiamento dell'Italia che viene meno... nel voto di queste ore c'è in ballo la legge elettorale, certo. Ma anche e soprattutto la dignità del nostro partito".

Poi aveva spiegato il senso politico del ragionamento: "Non approvare la legge elettorale adesso significherebbe bloccare il cammino di riforme di questa legislatura. E significherebbe dire che il Pd non è la forza che cambia il Paese, ma il partito che blocca il cambiamento. Sarebbe il più grande regalo ai populisti". E ancora: "Ma sarebbe anche il più grande regalo ai tanti che credono nel potere dei tecnici: quelli che pensano che la parola politica sia una parolaccia e bisogna affidarsi ai presunti specialisti che ci hanno condotto fin qui, prima dell'arrivo al governo del Pd".

L'Italicum è la conditio sine qua non del percorso di riforme avviato da Palazzo Chigi. Non se ne può fare a meno. Se non altro, come spiega lo stesso premier, per un discorso di coerenza.

Ma se proprio vogliamo fare un discorso di coerenza, bisogna rileggere questo tweet: "Legge elettorale. Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato". Sapete chi lo ha scritto? Matteo Renzi. Risale al 15 gennaio 2014. All'epoca il leader del Pd rivendicava il diritto-dovere di riscrivere le regole con una maggioranza il più ampia possibile. Era lo spirito del Patto del Nazareno, che sarebbe stato siglato da Renzi e Berlusconi tre giorni dopo (18 gennaio 2014).

Ora Renzi ci ha ripensato: le regole vanno bene anche se fatte da una parte sola. E vanno bene anche se votate a colpi di maggioranza. L'esatto contrario di quello che diceva poco più di un anno fa. Alla faccia della coerenza.

Intanto le opposizioni protestano. "Forza Italia contro questa riforma elettorale, Forza Italia contro Renzi, Forza Italia unita e compatta per dare un segnale forte al Paese e al Parlamento".

Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in sala stampa a Montecitorio. "No a questa legge elettorale che produrrà un uomo solo al comando, Renzi, in una deriva autoritaria. Noi compatti, uniti contro questa legge elettorale".

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