Quanti grillini morosi: solo un consigliere su 114 versa le quote al M5s

I 5 Stelle eletti nelle Regioni hanno smesso di "restituire". Di Maio s'infuria (ma non paga)

Quanti grillini morosi: solo un consigliere su 114 versa le quote al M5s

Uno su 114. Non sono soltanto i parlamentari del M5s ad essere indietro con le restituzioni degli stipendi. Il problema tocca anche i consiglieri regionali eletti nelle fila grilline. E i solleciti, da parte del capo politico Luigi Di Maio, sono arrivati a tutti i morosi, compresi quelli sparsi nelle varie assemblee delle Regioni. I vertici del Movimento, ora, hanno indicato un nuovo termine per mettersi in regola con la pubblicazione dei bonifici sul sito Tirendiconto.it. Si parla della fine del mese di dicembre, pena la segnalazione al collegio dei probiviri e i primi provvedimenti disciplinari. Che se così fosse sarebbero centinaia solo a livello locale.

Mentre deputati e senatori non comunicano i tagli alle indennità e, come anticipato dal Giornale, protestano contro i versamenti e lo strapotere dell'Associazione Rousseau di Casaleggio, i «portavoce» regionali fanno gli gnorri nel silenzio dei media. Eppure si tratta di ben 114 eletti in tutta Italia. Dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia.

Vale la pena cominciare dall'unico in regola con i versamenti. È il consigliere regionale del Veneto Jacopo Berti. Che ha battuto i suoi colleghi di Camera e Senato pubblicando sul portale le restituzioni fino al mese di novembre. Un'eccezione. Perché gli altri consiglieri fanno come i parlamentari, e in alcuni casi peggio. Gli eletti in Regione Lazio Gaia Pernarella e Valerio Novelli sono fermi addirittura a novembre del 2018. Poco meglio fa il deputato regionale siciliano Sergio Tancredi, bloccato a dicembre 2018. Vuota la stringa dell'anno in corso anche per Carla Cuccu, che ha conquistato lo scranno in Sardegna ad aprile e da allora non ha mai reso noti i bonifici del taglio dello stipendio su Tirendiconto.it.

Tra i campioni dei mancati versamenti ci sono Andrea Fiasconaro, Lombardia, che non rendiconta da febbraio. Così come la siciliana Elena Pagana. In Friuli Venezia Giulia Andrea Ussai si è fermato a marzo. Ha comunicato solo i tagli di tre mesi il consigliere regionale della Basilicata Gino Giorgetti, eletto a maggio, moroso da luglio. Due versamenti anche per Sean Sacco, approdato nel consiglio regionale del Piemonte a luglio, ha smesso di pubblicare i bonifici ad agosto. Performance deludente per il deputato regionale della Sicilia Francesco Cappello, fermo ad aprile. La situazione delle restituzioni nelle Regioni è analoga a quella in Parlamento. Proprio come accade a livello nazionale, la maggior parte dei consiglieri regionali ha smesso di rendicontare ad agosto.

Compresi alcuni nomi noti. La campana Valeria Ciarambino, fedelissima di Di Maio apparsa in alcune trasmissioni televisive nazionali, ha comunicato i versamenti fino ad agosto. Ferma allo stesso mese Roberta Lombardi, ex deputata, attuale capogruppo in Regione Lazio. In Lazio sono più al passo con le regole il «ribelle» anti Pd Davide Barillari e Francesca De Vito, sorella del presidente dell'assemblea capitolina Marcello, entrambi hanno pubblicato le restituzioni fino al mese di ottobre. Rientra nella media di agosto, la morosità di Alice Salvatore, considerata la fedelissima di Beppe Grillo in Regione Liguria. Restano solo 24 giorni di tempo per mettersi in regola, fino alla deadline del 31 dicembre stabilita da Di Maio.

Poi «partiranno i provvedimenti disciplinari». Il capo politico è seccato. E l'avvertimento vale anche per lui stesso. Sì, perché perfino Di Maio è fermo ad agosto, come la stragrande maggioranza degli eletti.

Poi dicono che uno non vale più uno...

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