Sepp Blatter non dimentica, ma intanto in pochi giorni è rimasto solo, abbandonato dai suoi luogotenenti intrappolati a vario titolo nelle maglie della giustizia. Il suo governo è stato decapitato dall'inchiesta dell'Fbi e dai filoni d'indagine che ogni giorno attribuiscono ai vertici Fifa responsabilità sempre più oggettive. La notizia più eclatante di ieri - prima delle dimissioni del presidente - è il coinvolgimento del segretario generale Jerome Valcke nel trasferimento di 10 milioni di dollari all'ex vicepresidente Jack Warner e utilizzata dal Sudafrica come contributo per assicurarsi i mondiali 2010. La Fifa ha smentito le affermazioni della corte federale di Brooklyn, ma le prove, secondo gli inquirenti, sarebbero schiaccianti.
Ed è sempre di ieri un altro siluro dell'Fbi, da far tremare le fondamenta della stanza dei bottoni di Zurigo. Pare che la decisione di mandare a casa l'Italia dalla Coppa del Mondo del 2002 fosse stata decisa a tavolino. Lo si evince da uno dei tanti fascicoli d'indagine dell'Fbi sugli ultimi vent'anni del governo del calcio mondiale. Su quello della kermesse nippocoreana sta lavorando l'agente speciale Erick Martinez che da Los Angeles rivela: «L'organizzazione non avrebbe mai consentito l'eliminazione agli ottavi di finale di entrambe le nazionali di casa. Una sarebbe dovuta approdare fino alle semifinali per ragioni economiche». Il Giappone perse a sorpresa con i turchi e, secondo i documenti in possesso dell'Fbi, il coreano Mong Joon Chung, uno dei vicepresidenti della Fifa in quegli anni, chiese a Blatter di favorire la squadra del suo Paese. Ed è a questo punto che entra in scena l'arbitro marocchino Mohammad Guezzaz. Nella gara tra Italia e Corea era il quarto uomo, ma anche il «braccio armato» di quello che fu il lavoro sporco per preservare i coreani. Guezzaz era l'uomo di fiducia di Issa Hayatou, il plenipotenziario boss del calcio africano, il collettore di voti per conto di Blatter in quattro delle cinque tornate elettorali. «Il marocchino - sostiene Martinez - non ha fatto pressioni solo su Byron Moreno, ma anche sui due guardalinee: l'argentino Rattalino e l'ungherese Szekely». Furono loro a sbandierare un fuorigioco inesistente su gol di Tommasi. Certo, poi anche Bobo Vieri ci mise del suo mangiandosi un gol a porta vuota. Il piano pro-Corea proseguì nei quarti, dove la Spagna fu trascinata fino ai rigori da un atteggiamento scandaloso dell'arbitro egiziano Gamal Ghandour e dagli assistenti Ali Tomusange (Uganda) e Michael Ragoonath (Trinidad&Tobago). «Ragoonath era legato a Jack Warner, ex vicepresidente della Fifa arrestato mercoledì a Zurigo, Tomusange e Ghandour al camerunense Hayatou», ricorda Martinez.
In Africa Blatter annoverava due luogotenenti di fiducia: il camerunense Issa Hayatou appunto e l'ivoriano Jacques Anouma, accusati di aver ricevuto 2 milioni di dollari ciascuno per votare il Qatar. Singolare la storia di Anouma, amico intimo del defenestrato presidente della repubblica Laurent Gbagbo, è riuscito a «tradirlo» poche settimane prima che venisse arrestato e portato davanti al tribunale dell'Aja per crimini contro l'umanità. Dopo aver guidato per una vita la federcalcio di Abidjan, e controllato per conto di Blatter le federazioni di Ghana, Liberia e Burkina Faso, ha passato il testimone al delfino Sidy Diallo. A pesare come un macigno sulla recentissima decisione di Blatter anche le parole dell'ex presidente della federcalcio somala, Weheliye Addo. Sul quotidiano di Mogadiscio Jamhuuriya , Addo rivela che Blatter compra voti a suon di dollari.
«L'ho visto con i miei occhi - rivela - la sera prima della scorsa elezione, la gente faceva la coda all'Hotel Le Meridien di Parigi per farsi dare i soldi. Qualcuno mi ha detto di aver preso 5mila dollari prima del voto e altrettanti il giorno dopo, quando aveva vinto».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.