Si deve fare? Sì. Lo si deve però scegliere liberamente, essendo in democrazia? Ancora sì. Ci sono i No Vax, e quelli sono duri come il granito. Non si parla a loro. Ma per spiegarsi fra gente normale, di buon senso, occorre discussione, consapevolezza sull'oggetto in questione, la vaccinazione: i pro, i contro, i pericoli, le risorse, senza spazi per stupide teorie della cospirazione o movimenti rivoluzionari social-politici. Così dopo un periodo di crisi, Israele si riposiziona come esempio per la lotta al Covid, guardiamolo bene: ieri la squadra di esperti che affianca il ministero della Sanità nelle decisione, ormai imminente dopo quella americana, di vaccinare i piccoli, ha tenuto la sua seduta in pubblico, sui social, sulla pagina Facebook del ministero, con tutti gli esperti, i medici, i politici, e con venti cittadini ciascuno con il diritto a parlare per tre minuti. Alla fine deciderà la commissione, e non la folla, si capisce: ma il vaccino ai bambini oltre i 5 anni è un pezzo di cuore e richiede tutto il cervello. Difficile decidere, ma messe tutte le carte in tavola, basta, si soppesa, si decide, forti del fatto che dopo un momento di panico, di nuovo i vaccini hanno salvato il Paese, e senza ombra di dubbio. Su questo, anche un governo e un'opposizione che si odiano come quelle di Bennett e di Netanyahu, sono insieme. Pochissimi usano la chiave No Vax in una dimensione politica. Si sa, qualcuno dei vaccinati si è ammalato di nuovo, ma non è morto; e il vaccino ogni tanto ha reazioni indesiderate anche estreme. Perciò un Paese allenato come Israele ha bisogno di inspirare profondamente prima di decidere sui numerosissimi, onnipresenti piccoli cittadini. Ma è chiaro a tutti gli opinion maker, i giornalisti, i politici, gli intellettuali, come dovrebbe esserlo in Italia. Chiedi: «Hai fatto la terza dose?». E la risposta è sempre: «Certo». Sei un fratello nella scelta della libertà per tutti. Dopo il booster la crisi della quarta ondata è stata superata, a settembre c'erano 80mila casi attivi, ora sono 7.388; i casi seri erano 740, ora sono 201; i nuovi casi quotidiani 663 ed erano 2.500. Prima di rendersi conto, a maggio, che si era ben proceduto a salvare la vita degli adulti e degli anziani, ma si doveva vaccinare veloci anche i ragazzi nelle scuole pena una moria generale; adesso si sa che i bambini fra i 5 e gli 11 anni, più di un milione e 200mila, sono il 45% dei portatori del virus della settimana scorsa.
E allora, se i dati sono questi, se il vaccino preserva dal contagio, e quando non lo fa comunque salva la vita, e rende la libertà, che dire, per esempio, alla folla triestina? Quando si ammala rischia la vita, e appare anche un po' scema.
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