Quell'intervista soft di Travaglio a Romeo per evitare la querela

Agli atti un colloquio in cui l'imprenditore svela i retroscena dell'articolo del «Fatto»

Quell'intervista soft di Travaglio a Romeo per evitare la querela

Roma Per i suoi affari Alfredo Romeo usava abilmente anche l'infiltrazione nel mondo editoriale e i rapporti con i giornalisti, utili ad ottenere appoggi politici e appalti d'oro. Nell'informativa degli investigatori alla base dell'inchiesta Consip si parla dei suoi traffici per diventare socio dell'Unità, in grave crisi e spunta una storia sul direttore del Fatto, Marco Travaglio.

Il quadro è quello disegnato da conversazioni tra l'imprenditore napoletano arrestato per corruzione e Carlo Russo, imprenditore fiorentino amico di famiglia dei Renzi, intercettate dai carabinieri nel settembre 2016. Russo spiegava a Romeo che Matteo Renzi era «indiavolato» con gli azionisti della società editrice dell'Unità, per la situazione della testata e gli suggeriva di salvare il giornale con un'operazione di «un paio di milioni», soprattutto per ingraziarsi l'allora premier e avere un'occasione di contatto in più con il padre Tiziano, che in passato si è occupato anche di distribuzione ed editoria.

«Riguardo alla molto probabile pubblicazione della notizia che il Romeo abbia acquisito L'Unità,- si legge nel riassunto che gli investigatori fanno del colloquio - quest'ultimo racconta un episodio che gli è occorso tempo addietro con il noto giornalista Marco Travaglio. In sintesi il Romeo racconta che il Travaglio gli fece diversi attacchi mediatici e che poi, a seguito della smentita delle informazioni che aveva in possesso il giornalista, per evitare beghe giudiziarie che avrebbero portato alla chiusura del suo giornale, accettò di fare un'intervista al Romeo che, a detta di quest'ultimo, lo fece uscire a testa alta, quindi il Romeo ritiene che proprio per tale motivo Travaglio si asterrà dal fare attacchi se dovesse divenire pubblica la notizia dell'acquisto dell'Unità, tant'è che afferma: Da allora non ha più toccato l'argomento Romeo».

Pochi mesi dopo fu proprio Il Fatto, subito dopo La Verità di Maurizio Belpietro (altro quotidiano sul quale Romeo cercava di allungare le mani, sempre spinto da Russo), a pubblicare le prime notizie sull'inchiesta Consip.

Ma quella «dolce intervista» (come l'ha definita Mattia Feltri de La Stampa su Twitter) di Travaglio a Romeo non è sfuggita all'attenzione, attirando gli sfottò dei lettori sul web. Anche perché l'imprenditore la tiene in bella mostra sul suo sito internet. È del 16 maggio 2015: Romeo era appena stato assolto dalla Cassazione dopo due condanne per peculato e 79 giorni a Poggioreale.

Le domande del solitamente agguerrito Travaglio sono pacate e accomodanti, mentre Romeo parla di responsabilità civile dei magistrati, dubita della «loro competenza e onestà intellettuale». Romeo ricorda che chi sbaglia paga e sembra rivolgersi ai giornalisti, oltre che alle toghe. Poi elogia il garantismo di Renzi, strizzando l'occhio al babbo.

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