Quell'intrigo internazionale dietro alla barca di D'Alema

Quell'intrigo internazionale dietro alla barca di D'Alema

I gossip marinari sardi danno nelle ultime ore l'imbarcazione di Massimo D'Alema dalle parti delle isole Lavezzi e Cavallo, sotto Bonifacio, in Corsica. Posti incantevoli riservati ai fortunati possessori di una barca. Già, ma D'Alema non lo è più, avendo venduto il suo «Ikarus» nel 2012. Tuttavia l'ex premier ha rimediato alla nostalgia prendendo in affitto la sua stessa ex barca, che una volta passata di mano è stata ribattezzata (pratica considerata portajella dai marinai) come sua figlia, «Giulia», ma che batte bandiera inglese perché non è più intestata al signor Massimo D'Alema, ma a una proprietà con sede in Gran Bretagna. Un giro di vendite e rivendite attraverso il quale D'Alema, alla fine, si trova a veleggiare sulla barca che ha formalmente venduto ad una cifra attorno ai 750mila euro (per finanziare parzialmente l'acquisto della tenuta agricola in Umbria), ma che è ancora a sua disposizione e che porta il nome di Giulia D'Alema. Ma chi è che affitta l'«Ikarus», ora «Giulia», al suo stesso ex proprietario? Il registro navale britannico, l'Uk Ship Register, non è consultabile on line, serve una richiesta apposita, però interrogando il registro delle frequenze radio delle barche si ottiene il nome di una società dietro la «Giulia». La società è la Chase Book Ltd, e il registro delle imprese britannico (Companies House) fornisce tutti i dati in merito. Il responsabile della società proprietaria della barca a vela di 18 metri già di D'Alema non è un cittadino inglese ma uno svizzero, ticinese per la precisione, Stefano Serafino Bruno Camponovo. Sulla correlazione tra la Giulia e questa Chase Book Ltd viene in aiuto anche la classifica della regata triestina Barcolana del 2017: al decimo posto è arrivata proprio la «Giulia G», e come armatore è indicata proprio la Chase Book Ltd. Un avvocato italiano, titolare di uno studio legale a Londra, si è incuriosito e ha dato uno sguardo ai bilanci di questa Chase Book, dandoci il suo resoconto (ma l'avvocato specializzato in Diritto internazionale privato preferisce restare anonimo): «Nei bilanci la barca costituisce l'unico asset della società (valutata 678.000 euro). Vi sono poi debiti per 743.600 euro, a dimostrazione che la barca non è stata ancora pagata. Nonostante Giulia G compaia su diversi siti di chartering, non sembra sia molto gettonata: nei bilanci non risulta alcun incasso per tale attività, se non un misero credito per 12.500 euro (pari al costo di affitto per una settimana, come pubblicizzato sui siti delle società di chartering). Insomma, nonostante la barca non sia più di D'Alema, pare sia l'unico a usarla».

Non è noto quanto paghi D'Alema per usare in questi giorni la «sua» Giulia, una barca a vela di lusso di 18 metri, quattro cabine e tre bagni, disegnata nel 2003 da Roberto Starkel e acquistato dall'ex ministro - insieme ad altri amici - con un leasing alla Bpi per una cifra tra gli 800 e i 900mila euro. Tra l'altro, per portare una barca del genere di proprietà altrui, dovrebbe esserci anche uno skipper compreso nell'affitto. Come sembrano confermare le cronache sarde sulla sua vacanza in barca.

«Ai passanti è sembrato strano che D'Alema abbia portato da solo i bagagli sulla banchina nonostante avesse come seguito almeno una decina di persone tra ospiti ed equipaggio» racconta Gallura Oggi, aggiungendo che D'Alema «ha offerto la colazione al suo personale nel baretto del porto». Che bello vendere la barca ma continuare a farci le vacanze.

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