Coronavirus

Quella fuga dalla realtà che angoscia

La differenza tra il bambino e l'adulto è il senso del limite, la capacità di accettare la frustrazione di un piacere irrealizzabile e la realtà di una condizione umana di imperfetta finitudine.

Quella fuga dalla realtà che angoscia

Nel descrivere la mente umana Freud distinse due modalità di funzionamento, che definì processo primario e processo secondario. Il primo peculiare dei bambini, per cui non esiste un limite al desiderio, il bisogno richiede una soddisfazione immediata altrimenti, come è noto, il bambino urla, piange, batte i piedi per terra finché la madre non esaudisce la sua richiesta. Un adulto non patologico può sopportare invece la tensione che si crea quando si è obbligati a procrastinare l'appagamento di un bisogno, agisce perché si realizzi più velocemente nel rispetto delle condizioni che esige la realtà.

La differenza tra il bambino e l'adulto è il senso del limite, la capacità di accettare la frustrazione di un piacere irrealizzabile e la realtà di una condizione umana di imperfetta finitudine. Il senso del limite può dare valore alla vita o ferire narcisisticamente, perché ridimensiona l'onnipotenza che era massima nell'infanzia, ma di cui si conservano tracce, chi più, chi meno, anche nella vita adulta. Fortunatamente alcuni meccanismi mentali fanno si che il senso di finitudine non sia la percezione centrale nella nostra quotidianità. Se un adulto vive utilizzando il processo primario siamo di fronte ad una psicopatologia, in cui manca il riconoscimento della realtà. Il coronavirus è stato e continua ad essere un trauma che ci costringe ad un presentimento di morte che intacca la nostra forza, ci fa sentire fragili, esposti, schiacciati da un virus che per ora si manifesta imprevedibilmente molto più efficace nell'infettarci delle strategie messe in campo dall'uomo per eliminarlo. È uno scenario nuovo, mai vissuto, quasi fantastico, tanto da suscitare un lavorio mentale continuo volto a superare un limite, simbolizzato dalle restrizioni, che non accettiamo.

La mente cerca una soluzione, funziona in modalità paranoica di fronte ad un nemico reale che lo angoscia. Si azzarda una fuga creativa che supera il limite del possibile attraverso vie mai percorse per tornare alla normalità, urlando, battendo i piedi a terra come farebbero i bambini. Ci si scopre virologi, epistemologi e politici, si creano teorie naif. Hanno superato il limite i filosofi che discettano sulla libertà partendo dalla sanità di cui non hanno cognizione. Hanno superato il limite gli scienziati che invece di dire ciò che sanno avanzano ipotesi su quello che non sanno.

Lo hanno superato i no-vax e i no-green pass, confondendo norme che tentano di salvare la vita con norme che vorrebbero limitarla.

Commenti