Si è avvalsa della facoltà di non rispondere la 17enne di Melito Porto Salvo (Rc) arrestata due giorni fa dai carabinieri con l'accusa di aver ucciso la madre lo scorso maggio. La ragazza, assistita dall'avvocato Domenica Tripodi, è comparsa ieri davanti al giudice per l'interrogatorio di garanzia. Stando a quanto si è appreso, la ragazza è apparsa provata dopo le prime ventiquattrore trascorse nell'istituto penitenziario. Deve rispondere di omicidio aggravato dai motivi abbietti e futili. Per gli inquirenti avrebbe ucciso la madre il 25 maggio scorso perché la donna l'aveva punita per lo scarso rendimento a scuola vietandole l'utilizzo di cellulare, computer e social network. Secondo l'accusa, inoltre, avrebbe agito con «lucida freddezza e con premeditazione» sparando un colpo alla tempia della madre mentre stava dormendo.
La scelta di non parlare è motivata, spiega la legale della diciassettenne, dalla «volontà di mantenere la ragazza tranquilla e serena per quando andremo a chiarire la situazione e a dimostrare l'estraneità dai fatti». L'avvocato si è anche lamentata del fatto che su organi di stampa sia stata data «un'immagine della giovane che non è quella reale. Non è il mostro che si dipinge», ha concluso.
Ma ad aprire il primo vero squarcio su questa tragica vicenda è stato, ieri mattina, il presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale. «Questa ragazza aveva chiesto aiuto a mezzo mondo, il suo grido di dolore era stato segnalato ad adulti di riferimento e finanche alle istituzioni preposte, pertanto chiedo di conoscere da parte degli interlocutori la verità, perché a questo punto le cose cambiano e alla sventurata ragazza almeno venga disconosciuto il ruolo di mostro», ha detto marziale.
Puntualizzando: «Sono stato raggiunto da autorevoli segnalazioni che mi portano a chiedere alle istituzioni, in primo luogo, di conoscere se fossero al corrente delle vicissitudini della ragazza, se sono in possesso di qualche segnalazione e in caso affermativo sapere come si siano mosse. Per questo abbiamo segnalato il caso alla commissione parlamentare per l'Infanzia. E al ministro di giustizia Andrea Orlando, chiedo di voler predisporre un accertamento delle mie dichiarazioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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