B enedetto XVI aveva deciso di rinunciare al Pontificato già nell'aprile del 2012, qualche settimana dopo la Pasqua, ed era intenzionato ad annunciare al mondo la sua rivoluzionaria scelta prima del Natale dello stesso anno. La sconvolgente rivelazione arriva a cinque anni di distanza dalle dimissioni di Joseph Ratzinger e in un momento in cui si torna a parlare spesso del Papa Emerito e delle sue condizioni di salute. La notizia sulla rinuncia ha una fonte più che autorevole: il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato emerito e principale collaboratore di Benedetto XVI, che rivela il retroscena nel suo libro I miei Papi (Elledici), che sarà presentato a Torino il 14 marzo e contiene le memorie del porporato e il racconto del suo rapporto con i Pontefici, da Pio XII a Francesco.
«Il Papa fece un cenno fugace a una eventuale possibilità di rinuncia al ministero petrino - svela Bertone - già nell'udienza del 30 aprile 2012 che poi cadde nel silenzio ma che ritornò in un colloquio confidenziale nel mese di agosto, mentre eravamo a Castel Gandolfo». Benedetto XVI, quindi, pensava di lasciare la guida della Chiesa già quasi un anno prima dell'annuncio ufficiale, avvenuto nel corso del concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, l'11 febbraio del 2013. È il cardinale Bertone che oggi ci consegna il backstage della vicenda, con dovizia di particolari.
«Feci fatica - racconta il cardinale - a credere che il Papa avrebbe preso veramente tale decisione e, con rispetto ma con forza, gli presentai una serie di ragionamenti che ritenevo fossero fondati per il bene della Chiesa e per sventare una generale depressione del popolo di Dio, davanti al suo buon Pastore. Eravamo - continua il porporato - in pieno Anno della Fede, incominciai la mia resistenza per ottenere almeno una dilazione sulla data dell'annuncio di questa decisione che consideravo tremenda e che portavo con grande sofferenza».
Nel racconto del cardinale Bertone emerge anche un aspetto che riguarda il carattere di Joseph Ratzinger, spesso descritto come uomo debole, totalmente in balia del suo Segretario di Stato, ma che invece, spiega lo stesso porporato nel libro, con fermezza manteneva la sua posizione, senza arretrare di un millimetro nella decisione di volersi ritirare. «Man mano che passava il tempo - ricostruisce Bertone - il Santo Padre non solo non recedeva, ma si confermava nella decisione presa in tutta coscienza davanti al Signore. Era intenzionato a pubblicare la dichiarazione di rinuncia prima di Natale, ma io gli dicevo che per Natale doveva farci dono del suo libro sull'infanzia di Gesù di Nazaret e questo annuncio avrebbe sconvolto l'opinione pubblica, turbato il clima natalizio e disperso i frutti di questo dono».
Alla fine, Benedetto XVI decise di annunciare la scelta nel febbraio del 2013. «Rimandata la decisione all'anno nuovo - scrive il porporato - io cercavo comunque di prorogarla di settimana in settimana, richiamando al Papa le scadenze dell'Anno della Fede e la promessa dell'enciclica sulla fede.
Ma Benedetto XVI, pensando soprattutto all'impegno delle celebrazioni pasquali e in prospettiva della Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, decise inesorabilmente di dichiarare l'atto di rinuncia l'11 febbraio 2013.
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