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Migranti, il blitz Onu in Italia: adesso arrivano gli ispettori

Dopo l'annuncio della segretaria dell'Unhcr, la "visita tecnica" iniziierà il 27 gennaio. Salvini era pronto a tagliare i fondi Onu

Migranti, il blitz Onu in Italia: adesso arrivano gli ispettori

L'ispezione si farà. Non era solo una "minaccia" quella di Michelle Bachelet. Quando lo scorso settembre la neo segretaria dell'Unhcr accusò il Belpaese di convivere con un "forte incremento di violenza e razzismo contro i migranti, persone di discendenza africana e rom", Salvini reagì con ovvia veemenza. "Ragioneremo sull'utilità di continuare a dare soldi" alle Nazioni Unite, disse il leader della Lega. Che forse ora dovrà rispolverare quell'idea. Perché dal 27 gennaio al primo febbraio, in Italia arriveranno i gli annunciati ispettori Onu per valutare se siamo davvero affetti da una ondata di razzismo.

A presentarsi a Roma non sarà la Bachelet, ma i funzionari dell'organismo dell'Onu per le migrazioni. Incontreranno le strutture tecniche dei ministeri di Interno, Esteri, Giustizia e Lavoro. Poi faranno un vertice anche con il dipartimento della Pubblica Sicurezza, associazioni e amministrazioni locali come Roma, Napoli e Milano. Alla fine, come spiega il Fatto Quotidiano, gli ispettori scriveranno un rapporto che avrà ovviamente un peso politico anche se non pratico (il governo potrebbe ignorarlo perché non vincolante).

Anche in passato l'Unhcr ha realizzato altre relazioni periodiche con visite nel Belpaese. Ma stavolta è diverso. Dopo l'annuncio di settembre della Bachelet e la reazione di Salvini, l'agenzia Onu ha messo a punto tempi e modalità per l'ispezione che durerà sei giorni. "Ci concentreremo sulle discriminazioni razziali e la missione è pianificata in stretta collaborazione con il governo e importanti stkeholder sul territorio". L'attenzione dunque è probabile che si rivolgerà a migranti, centri di accoglienza, presunti atti di razzismo e ovviamente i rom.

In fondo solo ieri l'Unhcr è tornata all'attacco dell'Italia per la gestione dei soccorsi nel Mediterraneo. Dopo la morte di 117 migranti al largo della Libia, l'Onu ha stigmatizzato la decisione di riportare in Libia i migranti bloccati in area Sar libica. "Considerato l'attuale contesto - ha detto - i migranti e i rifugiati soccorsi non devono far ricorso in Libia".

Immediata la replica di Salvini: "Altri sbarchi, altri soldi ai trafficanti? La mia risposta all'Onu è no".

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