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Ma il razzismo peggiore è quello dei buonisti

Ma il razzismo peggiore è quello dei buonisti

Esistono due forme di razzismo: manifesto, vecchio stile, carico di sentimenti ostili che impediscono qualsiasi forma di contatto con il migrante, e latente, più sottile, che si esprime in forme socialmente accettabili. Gli episodi di razzismo, dell'uno e dell'altro tipo, scaturiscono da un'ipotesi naïf per cui tunisini, ghanesi, siriani e nigeriani, a prescindere dalla loro singolarità e dallo status, di migranti o di rifugiati sarebbero tutti uguali: criminali alla ricerca di ricchezze facili o vittime miserabili in fuga dalla guerra e dalla povertà. Stereotipi che creano un pregiudizio da ambo le parti, avvalorato da una politica che oggettivizza il migrante come strumento per creare una contrapposizione ideologica tra presunti comunisti schierati con i deboli, e supposti fascisti odiatori dello straniero, categorie che non esistono più.

Nel razzismo manifesto il migrante va rispedito al mittente, anche se il luogo da cui fugge è stato raso al suolo e imperversano guerre intestine. In quello latente il razzista dichiara solo quello che andrebbe fatto, accogliere tutti in nome dell'umanità e dell'uguaglianza tra i popoli e mai quello che realisticamente è possibile fare. L'intolleranza palese nasce quando chi accoglie ritiene insufficienti le risorse economiche e culturali finanche per se stesso, e alla luce di questa competizione ritiene legittimo difendere l'interesse del suo gruppo sociale. Il buonista convinto di combattere il razzismo lo alimenta, negando l'esistenza dei «buoni» da accogliere e dei «cattivi» da rispedire al mittente salva i secondi penalizzando e discriminando i primi. A livello conscio è egualitario ma inconsciamente è razzista perché nasconde un pregiudizio che trasforma ogni africano in un bisognoso del suo aiuto perché da solo, nel suo Paese mai progredirà. L'immigrato senza distinzioni d'identità sociale, culturale e nazionale, deve fuggire da casa sua e ritrovarsi in una baracca a Rosarno dove troverà un'accoglienza fatta di clandestinità, assenza di un lavoro dignitoso e di una casa in cui dormire perché anche l'Italia peggiore è migliore del Paese da cui proviene. In nome di questo pregiudizio all'immigrato e alle minoranze è perdonata l'illegalità.

Lasciare che i rom trasformino i loro campi in zone franche dove tutto è possibile e nessuno può entrare non è egualitario, è razzista. Si autorizzano ghetti dove lo zingaro non ha doveri ma neanche pari diritti di sicurezza, e i ghetti generano razzismo.

Il razzista latente è solidale al punto da non tollerare una giusta politica di regolamentazione dell'immigrazione, volta ad interrompere un traffico di esseri umani che frutta alle mafie mondiali 150 miliardi di dollari l'anno, di cui neanche uno andrà ai paesi africani che così perdono la loro forza lavoro e la loro gioventù e con loro la possibilità di un futuro.

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