"Ho già dato mandato di stampare le prime cinque o sei milioni di tessere elettroniche". Diceva Luigi Di Maio una settimana fa. Ma quella che sembrava un accelerazione importante sul reddito di cittadinanza era probabilmente più una mossa per recuperare punti nei sondaggi ed evitare che l'alleato di governo Matteo Salvini rosicchiasse consensi proprio ai Cinque Stelle. Anche perché non c'è ancora nessuna legge - e quindi nessun appalto - che possa permettere a chicchessia di stamparle.
Un bluff, insomma. Come dimostra anche la reazione del sottosegretario all'Economia in quota M5S, Laura Castelli, che - in evidente imbarazzo - non ha saputo rispondere in merito durante la puntata di Otto e mezzo. "Sono dettagli che renderemo noti tutti assieme", ha tentennato parlando di una platea di 5,5 milioni di beneficiari.
Ma è soprattutto alla domanda "E chi le sta stampando?" posta da Alessandro Sallusti che il sottosegretario vacilla: "Quando pubblicheremo il progetto completo e avrete il testo avrete tutti i dettagli", dice con voce tremante. E quando la Gruber le chiede se - come sarebbe più naturale - le stamperà il Poligrafico dello Stato, la Castelli si limita a un "forse", mentre il direttore del Giornale si porta la mano alla fronte.
"Io e Luigi di Maio abbiamo lavorato insieme a come si costruisce il reddito di cittandinanza", sostiene infine la Castelli. Eppure - rivelava il Corriere solo qualche giorno fa - sembra che nemmeno al Ministero del Lavoro sappiano dare risposte sulla questionea. Del resto il decreto per definire le norme che regolamenteranno il reddito di cittadinanza sarà messo nero su bianco solo dopo Natale. Cioè dopo il via libera alla legge di bilancio che stanzierà i fondi necessari. E tutti gli altri soggetti coinvolti (l'Inps che ha i dati dei beneficiari, Poste Italiane che dovrebbe gestire i pagamenti, i circuiti bancari che ne permetteranno l'utilizzo nei negozi) non avrebbero ancora le informazioni necessarie per permettere di stampare effettivamente le tessere per il sussidio.
Di cosa stanno parlando quindi Di Maio e la Castelli? Del supporto di plastica "nudo" che corrisponde più o meno alla tessera fedeltà non ancora attivata di un qualsiasi supermercato? Per il momento neanche di quelle c'è traccia. Resta solo il nome: "Carta di cittadinanza". E dopo le polemiche nate dalle parole della Castelli, arriva il commento di Luigi Di Maio: "Già da due settimane ho dato ordine al mio staff di lavorare con Poste per avviare il sistema del reddito di cittadinanza, e questo include anche la stampa delle tessere. Non c’è nessun giallo", dice il vicepremier.
Ma - lo ripetiamo - al di là dei fondi stanziati in legge di Bilancio (e anche questi non ancora definitivi finché non c'è il via libera del Parlamento) non c'è ancora nessuna legge che istituisce il reddito di cittadinanza. Quindi non può esserci ancora nessun appalto.
Soprattutto perché, ricorda il Corriere, il nuovo codice degli appalti prevede una gara europea per un provvedimento sopra il milione di euro. Gara indispensabile dl momento che Poste spa è solo in parte partecipata dallo Stato e che è difficile indire senza una legge.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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