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Reddito di emergenza e Tav. Nel governo è lite continua

Il M5s tenta il colpo: stop all'Alta velocità per aiutare la sanità. No di Pd e Iv. Renziani da soli contro il sussidio

Reddito di emergenza e Tav. Nel governo è lite continua

Un primo decreto (Cura Italia) da raddrizzare con gli emendamenti nel doppio passaggio parlamentare e un secondo (per il mese di aprile) da buttare giù: la maggioranza giallorossa prova ad accelerare i tempi per dare una risposta alla crisi economica che morde alle gambe degli italiani. Ieri si è tenuto un vertice in videoconferenza tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà (a cui il premier Conte ha delegato la trattativa) e i partiti di governo. Per la maggioranza partecipano i capigruppo al Senato. Oltre al ministro D'Inca, per il governo sono in collegamento i viceministri all'Economia Antonio Misiani e Laura Castelli.

Un incontro convocato per trovare un accordo sugli emendamenti da presentare al Cura Italia. Mentre un'altra parte (quelli sulla liquidità alle imprese) di emendamenti sarà riassorbita nel prossimo decreto. Tra le forze di governo si continua a litigare sulle misure da mettere in campo. Dopo quasi quattro ore di confronto non c'è una linea comune. La trattativa riprenderà domenica. Italia Viva e Cinque stelle non rinunciano alla difesa delle proprie bandierine. Anche nella riunione di ieri è stato muro contro muro, solo timidi passi in avanti, nella maggioranza. Su tre questioni si è consumata l'ennesima resa dei conti: gli scivoloni da parte della comunicazione, il reddito di emergenza e la sospensione del Tav. A far saltare dalla sedia (anche solo virtualmente) gli esponenti renziani è stata la proposta avanzata dal gruppo dei Cinque stelle di sospendere i lavori per l'alta velocità Torino-Lione: una soluzione che servirebbe - spiegano dal fronte pentastellato - a evitare l'introduzione di una patrimoniale. Ipotesi che incassa l'ok del partito di Grasso e Boldrini. Lo stop arriva da Italia Viva (con l'appoggio del Pd). La discussione si infiamma mentre le agenzie battono le dichiarazioni dell'europarlamentare del M5s Tiziana Beghin: «Nei patti con Francia e Ue riferiti al Tav è presente la causa di forza maggiore quale clausola di sospensione o risoluzione dell'accordo. Clausola che, se invocata, ci permetterebbe di utilizzare fondi italiani già destinati al Tav Torino-Lione per la nostra sanità o per aiutare le famiglie più in difficoltà. Sappiamo che questo borsellino, tutto italiano, contiene quasi 900 milioni immediatamente spendibili». La proposta, per ora, è congelata. Ma nel corso dell'iter parlamentare potrebbe essere riproposta.

Lo scontro nella maggioranza si sposta su un altro punto caldo: il reddito di emergenza. Stavolta il fronte Pd-Italia Viva si divide. Gli uomini di Nicola Zingaretti virano sulla linea dei Cinque stelle: via libera al reddito esteso a tutti (anche per i lavoratori non in regola) da inserire nel decreto di aprile. Nel corso del vertice, sul reddito di emergenza la posizione di Italia Viva resta isolata. Non si è discusso solo di soldi ed emendamenti. Ma anche di comunicazione e riapertura per alcune aziende. Italia Viva mette sul tavolo il pressing di Confindustria per un allentamento delle misure restrittive. Incassando il no del ministro D'Incà (portavoce al tavolo della posizione di Conte). Sul disastro comunicativo del governo i toni si riaccendono. Cresce l'insofferenza, dopo gli ultimi due incidenti: la bozza del decreto del ministro della Scuola Lucia Azzolina sullo stop all'anno scolastico e le parole del capo della Protezione Civile Angelo Borrelli sulla proroga delle restrizioni fino al 16 maggio. Due scivoloni che hanno obbligato il governo a una doppia smentita.

Nella maggioranza si è creato un fronte ampio, dal Pd a Italia Viva, che inizia a non tollerare più uscite che generano confusione.

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