Regala rose all'amata. 70enne romantico accusato di stalking

Torinese alla sbarra per le troppe (e non gradite) attenzioni verso l'ex fidanzata

Regala rose all'amata. 70enne romantico accusato di stalking

Se un uomo perseguita la fidanzata, ma poi -magari per farsi perdonare - le regala un mazzo di rose, è giusto che venga denunciato per stalking?

La risposta, ovvia, è: «sì».

Ma se un povero cristo - senza persecuzione alcuna -le regala solo un mazzo di rose, è giusto che rischi la galera?

La risposta, ovvia, è: «no».

Sul punto, non dovrebbero essere d'accordo solo iL «tibunale» dell'Interflora, ma qualsiasi giudice; poco importa se dotato o no di pollice verde.

Il dibattito nasce da un articolo sbocciato sul sito di Repubblica a firma di Sarah (con l'«h» finale) Martinenghi, che ieri ha piantato nella lussureggiante serra del web una profumata notizia dal titolo A giudizio lo stalker romantico per aver regalato all'ex 50 rose rosse non gradite.

Ciò a riprova del fatto che ormai il termine stalking è come il grigio: sta bene su tutto.

La cronaca della collega inizia con una domanda giuridico-sentimentale su cui la buonanima di Liala e la bellanima di Barbara (Palombelli, del foro di Forum) potrebbero scontrarsi all'infinito: «Si può processare l'amore?».

Pare proprio di sì, considerato che un anonimo torinese (anonimo nel senso che di lui non è dato sapere il nome, ma solo l'età: 70 anni suonati) è finito alla sbarra «per aver mandato fiori all'ex amata e per averle dedicato attenzioni e premure non richieste».

«Se condannate quest'uomo, voi condannate un innamorato», ha esclamato durante l'arringa il suo avvocato, Antonio Genovese (almeno del legale conosciamo le generalità).

Ma le «colpe» dell'imputato non si limitano all'invio del maxi mazzo di rosse a quella che per 20 anni era stata la sua partner. C'è dell'altro. Roba ben più grave. Come ad esempio «averle portato l'auto rotta dal meccanico, sostituendo la batteria, senza sua richiesta» («sua» dell'ex fidanzata, non della «batteria»... ndr). Infine il colpo di grazia che ha definitivamente fatto perdete le staffe alla donna: «averle comprato un pollo con patatine fritte che sapeva piacerle tanto». Della serie: quando è troppo, è troppo!

L'avvocato Genovese - difensore dell'attempato torinese - non ci sta però a far mandare in galera un signore «reo» di essersi comportato nel mondo in cui milioni donne sognano - vanamente - che si comporti il proprio marito, fidanzato o amante: «La Cassazione sostiene che bastino due telefonate a integrare il reato. Ma in questo caso non c'erano comportamenti persecutori, e il mio assistito non pensava di compiere atti persecutori».

Interrogato in aula il 70enne, con le gote rosee, ha ammesso: «Sono ancora innamorato di lei. Speravo di riconquistarla».

Peccato che la sua amata, conosciuta nel 1992 - spiega il documentato articolo di Repubblica -, non voleva più saperne di lui, dei regali e delle gentilezze. Per questo aveva dato via le 50 rose distribuendole ai passanti.

E se per lui è difficile dirle «addio» dopo così tanti anni, lo è ancor di più il fatto di incontrarla spesso: entrambi vivono e lavorano nello stesso quartiere di Torino, alla Crocetta.

Nome ideale per mettere una piccola x su una love story irrimediabilmente appassita.

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