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Quella "relazione personale" dietro la polizza per la Raggi

Romeo ha indicato "motivi affettivi", ma nega il flirt Un dissidente grillino: giochino per finanziare i partiti

Quella "relazione personale" dietro la polizza per la Raggi

C'era scritto «relazione personale» nella causale di una delle due polizze vita stipulate a favore di Virginia Raggi dall'ex capo della segreteria del Comune di Roma, Salvatore Romeo, sei mesi prima della sua nomina. Ma per bloccare sul nascere inevitabili gossip su un flirt tra loro e, come dice lui stesso, «evitare che su questa storia si costruiscano castelli in aria», Romeo esce allo scoperto per difendere la sindaca grillina, sotto attacco più che mai dopo l'interrogatorio fiume a cui è stata sottoposta giovedì nell'ambito dell'inchiesta sulla nomina del fratello dell'ex capo del personale del Campidoglio, Raffaele Marra, in cui è indagata per abuso d'ufficio e falso, e durante il quale i magistrati le hanno chiesto spiegazioni su quelle polizze. Un dettaglio che andava chiarito per dissipare l'ombra della corruzione, visto che era stata proprio la Raggi a promuovere il suo fedelissimo, l'uomo con il quale era solita incontrarsi sui tetti del Campidoglio per parlare, a capo della segreteria e a triplicargli lo stipendio.

Anche questa volta la sindaca cade dalle nuvole: «Non ne sapevo nulla». E Romeo si offre come parafulmine, usando Facebook per chiarire il rompicapo delle polizze per complessivi 130mila euro intestati, oltre alla Raggi, ad attivisti del M5S e impiegati del Comune. Un modo per investire del denaro senza rischi, con la possibilità di riscattare il premio in caso di bisogno, dice lui. «Questi prodotti finanziari - spiega - prevedono l'indicazione di un beneficiario terzo in caso di morte del contraente. Quindi solo in caso di mia morte, un'eventualità su cui certamente non ho scommesso, il capitale andrebbe all'eventuale beneficiario. Non avendo moglie, né figli, ho indicato tra i beneficiari, sempre e solo in caso di mia morte, le persone che più stimo. E fra queste c'è anche Virginia Raggi». E di tutto questo, conferma, la sindaca non era al corrente, come del resto aveva detto lei stessa ai magistrati durante il faccia a faccia, cadendo letteralmente dalle nuvole quando le è stata posta la domanda. Romeo ha cercato poi di frenare le voci, precisando che tra lui e la Raggi «non c'è stata e non c'è alcuna relazione» e annunciando querele nei confronti di chi insinuerà il contrario. Quanto alle causali utilizzate nei contratti, secondo i pm l'ex capo segreteria era solito usarne di fantasia.

In ogni modo per la Procura la questione delle polizze, per quanto insolita, non configura alcun reato, avendo i magistrati verificato che i movimenti finanziari sono stati fatti da Romeo a partire dal 2000, con soldi suoi, e che la Raggi ne avrebbe beneficiato solo in caso di morte del contraente. Cade anche la pista di una presunta compravendita di voti dopo che gli inquirenti hanno accertato, ascoltando numerosi esponenti pentastellati, che la stipula di polizze vita non fa parte delle modalità di gestione dei soldi del Movimento. Il dissidente grillino Vittorio Bertola, ex consigliere comunale a Torino, invece, si è fatto un'idea diversa di quello che chiama il «giochino delle polizze»: «Il passaggio di denaro tramite una polizza vita - assicura - è molto meno tracciabile di una mazzetta in contanti». Per il momento, però, l'ipotesi corruzione è esclusa dai pm, che invece si concentrano sulla nomina di Renato Marra alla direzione Turismo del Comune. La Raggi sostiene di aver scelto in autonomia, ma il sospetto è che Raffaele Marra non sia stato estraneo alla decisione, anche se l'abuso d'ufficio è un reato che per essere dimostrato presuppone il dolo, la violazione consapevole di una norma e la prova del vantaggio ingiusto. Più spinosa per la sindaca l'accusa di falso per aver affermato alla responsabile anticorruzione del Campidoglio di aver agito in assoluta autonomia nella nomina. La Raggi ha fornito alcuni chiarimenti, ma per spiegare meglio alcuni passaggi tecnici si è riservata di produrre una memoria.

Intanto i pm interrogheranno Raffaele Marra, in carcere per corruzione.

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