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Renzi bacchetta gli statali: "Chi lavora male, va a casa"

Il premier taglia il nastro alla Brebemi: "È un esempio da imitare". Poi tira la volata alle riforme: "Alla fine del percorso l'Italia tornerà a correre"

Renzi bacchetta gli statali: "Chi lavora male, va a casa"

Accanto ai ministri Maurizio Lupi e Maurizio Martina e al governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, il premier Matteo Renzi ha tagliato il nastro della Brebemi, la nuova autostrada che collega Brescia a Milano. "Dobbiamo smettere di fare di noi un racconto paradossale, del Paese solo del buon vino e del buon cibo", ha il premier Matteo Renzi sottolineando le competenze tecniche e professionali degli italiani. Competenze di cui la Lombardia si fa portavoce in tutto il mondo. Tanto che il presidente del Consiglio ha colto anche l'occasione per bacchettare chi, al contrario, rema contro: "I dipendenti della pubblica amministrazione saranno premiati se fanno bene, mandati a casa se fanno male".

Sin dalle prime battute il progetto Brebemi è stato sempre considerato un'opera fondamentale per la nuova viabilità autostradale della Lombardia e del Paese. "Le idee forti possono trovare realizzazione", ha dichiarato il presidente della Brebemi Francesco Bettoni. La nuova autostrada, lunga 62,1 chilometri, ha quindici svincoli di cui sei con caselli e dispone di una dotazione tecnologica conforme ai più elevati standard di sicurezza europei. "Inoltre – ha continuato Bettoni, migliora la qualità della vita riducendo del 60 per cento il traffico pesante sulla viabilità locale, farà registrare 6,8 milioni di ore in meno perse in coda e minore emissioni di CO2". Il costo complessivo dell’opera è di 1,6 miliardi di euro senza contributi a carico dello Stato. La Brebemi è, infatti, la prima autostrada italiana interamente finanziata grazie al project financing, nonché una delle più importanti e complesse operazioni a livello europeo. Tanto che Renzi ha apertamente parlato di "eccellenza italiana".

All'inaugurazione della Brebemi Renzi ha colto l'occasione per tornare a parlare del futuro dell'Italia. Futuro che passa inevitabilmente anche attraverso le riforme costituzionali al vaglio del parlamento. "Alla fine di questo percorso l’Italia sarà messa nelle condizioni di tornare a correre - ha spiegato - se non si fanno le riforme costituzionali e istituzionali non saremo credibili nemmeno per le altre". Proprio per questo il governo non è disposto a lasciarsi intimidire né dall'ostruzionismo del Movimento 5 Stelle né dagli sgambetti dei dissidenti interni al Pd.

"Non ci sono ostacoli che ci potranno fermare per la riforma costituzionale - ha assicurato Renzi - qui non molla nessuno".

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