Renzi beffa gli esodati: promette soldi ma li toglie

I fondi stanziati sono stati dirottati su altre emergenze La Lega protesta in Aula e occupa i banchi del governo

S ul governo Renzi scoppia la grana esodati. Come se le riforme non bastassero. O, forse, proprio per questo. Ieri i sindacati confederali hanno indetto una giornata di proteste per trovare una «soluzione definitiva» per chi si è ritrovato nel limbo creato dalla riforma Fornero, fuori dal lavoro, ma anche senza diritto alla pensione. Il presidio è diventato un catalizzatore delle tensioni contro il governo, che non sono così evidenti, ma ci sono. C'era anche Paola Seghizzi, salita agli onori delle cronache per una lettera inviata al premier. «Questa estate sono andata a Lourdes a pregare la Madonna per aiutare gli esodati», spiegava nella missiva al presidente del Consiglio la donna che sta combattendo la sua battaglia per la sorella esodata e la madre malata. «Ho pregato per lei e per tutti i nostri governanti che hanno in mano i nostri destini e quelli dei disabili» si legge nella mail.

L'8 settembre è arrivata la risposta dei Renzi. «Le assicuro che stiamo facendo di tutto per non lasciare indietro nessuno». Il giorno dopo arriva la doccia fredda con la notizia che i soldi del fondo di salvaguardia per gli esodati sono stati utilizzati per altri scopi. «Vorrei sapere dove sono finiti i soldi», urlava ieri con rabbia la donna. Si sente ingannata dalla mail, che si potrebbe riassumere con un «stia serena», al quale lei non crede più.

Nella mobilitazione anche Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che rispetto ai sindacati ha rilanciato organizzando una occupazione «a oltranza» del ministero dell'Economia. Occupazione anche in Parlamento dove il leader della Lega ha preso posto sui banchi del governo delle due camere. «Se il governo fa in fretta noi gli diamo una mano, se perde altro tempo diventiamo cattivi», ha minacciato il leader del Carroccio. Sullo stesso fronte l'esponente Pd Cesare Damiano, che chiede al governo risposte «entro la prossima settimana».

In realtà, come spesso succede, la mobilitazione pro esodati è arrivata quando era chiaro che il governo sarebbe intervenuto in qualche modo. Lo ha confermato ieri il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. «C'è l'impegno del governo», si tratta di un «nodo più che tecnico, politico». Anche lunedì i tecnici dell'Economia e del dicastero del Lavoro si sono riuniti per trovare una soluzione. La risposta tra 15 giorni.

I diversi governi, dopo la riforma Fornero, hanno già preso sei provvedimenti per salvaguardare chi aveva sottoscritto accordi collettivi per lasciare il lavoro, ma si è ritrovato con requisiti previdenziali più severi e quindi senza pensione. Ora tocca alla «settima salvaguardia», oltre alle ex lavoratrici che sono state escluse dall'opzione donna.

Impegni che il premier avrebbe evitato volentieri. Matteo Renzi resta concentrato sul piano di riduzione delle tasse e ieri, parlando all'Expo, ha ancora una volta puntato tutto sulla riduzione delle tasse sulla casa. Via la Tasi sulla prima casa e poi cancellazione dell'Imu agricola e dell'Irap agricola. Conferme fatte davanti ai militanti di Coldiretti.

Ieri ancora buone notizie sul fronte dei conti pubblici. Nei primi sette mesi di quest'anno c'è stato un aumento delle entrate fiscali per 5.267 milioni di euro (+1,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

A dare più entrate, in questo caso agli enti locali, proprio la Tasi. In aumento anche le entrate contributive. Ancora incerta l'entità della manovra. I numeri saranno noti venerdì, dopo il consiglio dei ministri dedicato al Def.

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